Riscatto laurea agevolato, come funziona. Occhio al taglio della pensione

Le nuove regole allargano le maglie a chi ha più di 45 anni e titoli di studio conseguiti prima del 1995. In cambio del pagamento in forma ridotta bisogna però accettare interamente il calcolo contributivo

Riscatto laurea, come funziona

Riscatto laurea, come funziona

Roma, 10 febbraio 2020 - Il riscatto agevolato o light della laurea e del dottorato diventa una chance per tutti e non solo per coloro che hanno conquistato i titoli post 1995. La significativa novità, che di fatto appare destinata a ampliare la platea di coloro che potranno andare in pensione prima (soprattutto con opzione donna e Quota 100), è frutto della più recente interpretazione, contenuta in una circolare dell’Inps del 22 gennaio, delle regole introdotte lo scorso anno. Un’applicazione estensiva che permetterà agli interessati di ottenere quattro o più anni di contributi a prezzi di saldo. Tanto più che l’onere è rateizzabile senza interessi fino a 120 rate mensili (10 anni) e risulta completamente deducibile dal reddito fiscalmente imponibile. Ma vediamo, in dettaglio, che cosa cambia partendo dalla norma originaria.

Le nuove regole

Ebbene, il decreto legge su Quota 100 e Reddito di cittadinanza di un anno fa ha previsto anche una forma di riscatto agevolato, simile a quella esistente per i giovani senza lavoro, che contempla un costo per il 2020 di circa 5.260 euro per ogni anno di contributi acquisiti. Nella prima versione del provvedimento, la possibilità era limitata a coloro che avessero fino a 45 anni e che avessero gli anni da riscattare calcolabili con il sistema contributivo e, dunque, collocati temporalmente dal 1996 in avanti per i lavoratori che avevano meno di 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995 e collocati dal 1° gennaio 2012 per tutti gli altri. Il requisito dell’età è caduto subito con la conversione in legge del decreto, quello della collocazione temporale degli anni da riscattare è rimasto anche se la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro lo ha messo in discussione fin dall’inizio. E dalla fine di gennaio scorso anche l’Inps ha riconosciuto che si tratta di una condizione non rigida e superabile, nel senso che diventa possibile riscattare in via agevolata anche gli anni di corso universitario pre-1996 e che possono farlo tutti.

Il quando e come, è presto detto: per conquistare la facoltà di farlo, però, occorre optare per il calcolo della pensione con il sistema interamente contributivo e, dunque, rinunciare al sistema misto (contributivo-retributivo) che è più favorevole. Possono scegliere il calcolo interamente contributivo coloro che hanno meno di 18 anni di contributi a fine ’95, ma attualmente almeno 15 di cui 5 anni post ’95; in secondo luogo, le lavoratrici che scelgono opzione donna e, in terzo luogo, coloro che chiedono il computo della pensione accentrando tutti i contributi nella Gestione separata Inps.

Pensione e riscatto laurea

Come osservano dalla Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, "in sostanza, chiunque opti per il metodo contributivo (avendo meno di 18 anni di contributi al ’95), subendo in molti casi un decremento sulla propria pensione, acquisterà però il diritto di riscattare con un metodo agevolato molto più conveniente del riscatto tradizionale". Lo scambio è tra l’anticipo della pensione è un taglio dell’assegno. Ma, andando oltre l’ultimo caso sdoganato dalla circolare Inps, possiamo ricapitolare complessivamente su chi può e quando utilizzare la via del riscatto agevolato per incrementare gli anni di versamento utilizzabili per la pensione.

Dunque, ci sono (e c’erano anche prima della circolare) innanzitutto coloro che hanno cominciato a lavorare dal primo gennaio 1996 e che hanno la pensione calcolata tutta con il sistema contributivo: possono riscattare senza vincoli e il vantaggio è massimo. Vi sono coloro che avevano meno di 18 anni di contributi a fine dicembre 1995 e che possono riscattare senza vincoli i periodi di studio successivi al 1995, mentre per quelli precedenti devono optare per il calcolo tutto contributivo, con possibile taglio dell’assegno finale.