Misure di sostegno all'economia, il ministro Franco: "Stop entro la fine del 2021"

Il ministro a Bloomberg: "Dopo Pasqua ci auguriamo allentamento delle restrizioni. Ritorno alla normalità a maggio o giugno"

Daniele Franco (Ansa)

Daniele Franco (Ansa)

Roma, 23 gennaio 2021 - Allenamento delle misure di restrizione dopo Pasqua, per raggiungere la normalità entro maggio o giugno, e termine delle misure di sostegno all'economia verso la fine del 2021. Sono due dei messaggi lanciati dal ministro dell'Economia, Daniele Franco, ospite a un evento organizzato da Bloomberg nel quale ha partecipato anche il cancelliere dello scacchiere britannico Rishi Sunak.

Primo punto, l'allenamento delle misure per il contenimento della pandemia. "Ci auguriamo in un allentamento delle restrizioni e di andare verso la normalità a maggio o giugno, questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all'aiuto che arriva dalla stagione più calda - ha detto il ministro Franco -. Sradicare il virus è la nostra più importante priorità politica". La pandemia legata al Covid "è stata una lezione dolorosa - ha proseguito Franco -, abbiano fatto un grande errore e non eravamo preparati. In Italia la normalità ancora non c'è, abbiamo ancora flussi rilevanti di contagi" anche se "il picco è alle nostre spalle".

Secondo punto, l'economia. Dopo il Dl Sostegni - ha spiegato ancora Franco - "saranno introdotte ulteriori misure nelle prossime settimane" in vista di un graduale riassorbimento degli aiuti nella seconda parte dell'anno e di un "ritorno alla normalità". Sulla crescita del Pil, Franco ha sottolineato come "Dopo il calo nel primo trimestre, ci aspettiamo una ripresa nel secondo trimestre e un'accelerazione nel terzo e nel quarto".

Poi il tema del piano nazionale di ripresa e resilienza, da consegnare "entro aprile - ha precisato Franco. Il piano prevede per noi prestiti e trasferimenti per complessivi 190 miliardi di euro in sei anni, circa il 10% del nostro Pil, e programmiamo di utilizzarli per spingere gli investimenti in numerose aree. L'Italia ha un problema di vecchia data di crescita e dinamica della produttività. Useremo questi fondi europei, congiuntamente alle risorse nazionali, per affrontare queste debolezze, naturalmente per combattere la pandemia e riportare la crescita ai livelli pre-crisi ma anche per spingere la crescita potenziale, gli investimenti, i tassi di occupazione giovanile e femminile".

Draghi su Recovery fund e sud

Il presidente del consiglio Mario Draghi, aprendo la due giorni 'Sud-progetti per ripartire' voluta dalla ministra per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, è intervenuto sull'argomento Recovery fund, legato proprio allo sviluppo del meridione: "Abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno, ci sono due problemi: uno nell'utilizzo dei fondi europei, l'altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche. A fronte di 47,3 miliardi programmati nel fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi - ha detto  Draghi -. Il 70% delle opere non completate, nel 2017, era localizzato al Sud divenire capaci di spendere i fondi dell'Europa e farlo bene è obiettivo di questo governo".