Rischio rincari nelle bollette. Ok a modifiche per contratti scaduti

Norma ancora in bilico nel Milleproroghe: i fornitori potrebbero cambiare il prezzo con 3 mesi di preavviso

Roma, 29 dicembre 2022 - La norma che rischia di far rincarare le bollette dell’energia, è ancora in bilico nel decreto Milleproroghe, ed è ancora sottoposta a valutazioni politiche del governo e tecniche del Mef. Se fosse confermata nel testo definitivo, che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, da una parte verrebbe prolungata di altri due mesi, fino a giugno 2023, la sospensione delle modifiche unilaterali ai contratti di luce e gas. Ci sarebbe però una novità negativa: la sospensione non si applicherebbe più ai rinnovi dei contratti in scadenza, e quindi le società fornitrici potrebbero modificare le condizioni generali sul prezzo, rispettando il preavviso di tre mesi.

L‘ipotesi di rivedere la sospensione introdotta ad agosto dal dl Aiuti bis, arriva dopo un duplice e contrastante intervento sulla materia, da parte di Antitrust e Consiglio di Stato, anche alla luce del pressing degli operatori dell’energia. L’Autorità garante della concorrenza aveva acceso un faro sugli aumenti di prezzi subiti in modo ingiustificato, in violazione proprio di quella sospensione, da parte di oltre 2,6 milioni fra i circa 7,5 milioni di consumatori, condomini e microimprese interessati dalle comunicazioni di variazione delle condizioni economiche. Al termine dell‘istruttoria, l‘Authority a ottobre ha stoppato le principali società fornitrici di luce e gas naturale sul mercato libero, che rappresentano circa l‘80% dell‘offerta. Una di queste ha impugnato i provvedimenti davanti al Consiglio di Stato, che il 22 dicembre ha annullato la sospensiva dell‘Antitrust. Una decisione foriera di caos, denunciava nei giorni scorsi Assoutenti.

L’inverno meno freddo della media ha permesso di ridurre i consumi di gas
L’inverno meno freddo della media ha permesso di ridurre i consumi di gas

Uno scenario, quello degli aumenti delle bollette per le modifiche ai contratti in scadenza, che contrastra con il continuo calo del prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam: ieri ha chiuso a 81,3 euro al MWh, dopo aver toccato un minimo a 76,2 euro. Un valore quest’ultimo raggiunto l’ultima volta lo scorso 11 febbraio, quando l’attacco della Russia all’Ucraina era solo la peggiore tra le ipotesi, ma ancora sopra di oltre il 12% rispetto ai prezzi dello scorso gennaio, già a loro volta gonfiati dall’aumento della domanda da parte della Cina.

A fermare la corsa al rialzo non è tanto l’accordo sul ‘price cap’ (tetto massimo) raggiunto in seno all’Ue, quanto l’andamento favorevole del clima. Le temperature più miti della media hanno permesso di consumare meno, non intaccando le riserve europee di gas e addirittura aumentandole. Poi ci sono i forti venti, che stanno incrementando la produzione di energia elettrica dei campi eolici situati nel Nord Europa, riducendo il consumo di metano per la generazione. Proseguono poi le consegne di Gnl, il gas naturale liquefatto, che insieme ai flussi dal Nord Africa e dal Medio oriente, consentono all’Europa di fare a meno dell’apporto russo.