Quota 103 addio. E addio anche a Opzione donna, con rimodulazione dell’Ape sociale. Arrivano "Quota 104" e "Ape 2024", con la previsione di un fondo unico per la flessibilità in uscita. Mentre, per i giovani, vengono eliminati i vincoli per la cosiddetta pensione contributiva. E per le rendite più elevate scatta la rivalutazione parziale degli assegni, come è avvenuto anche nell’anno in corso. Prima la premier Giorgia Meloni e poi il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, avvisano che il pensionamento anticipato nel 2024 sarà più restrittivo. Le formule utilizzate nel 2023 scadranno a fine anno. "Sarà molto più restrittivo l’accesso al pensionamento anticipato – avvisa Giorgetti –. Non ci sarà più né l’Ape sociale, né quota 103 nelle forme previste l’anno scorso: Opzione donna confluisce nella flessibilità in uscita, mentre su Quota 103 abbiamo innalzato l’età in uscita ma non è quota 104 piena perché ci sono incentivi a rimanere a lavoro".
DA QUOTA 103 A QUOTA 104
Dunque, al posto dell’attuale Quota 103 (composta da 62 anni di età e da 41 anni di contributi) scatterà dal primo gennaio prossimo Quota 104 (composta da un anno di età in più, da 62 a 63, e da 41 anni di contributi). Ma, per evitare uscite consistenti, viene confermato l’incentivo a rimanere per chi ha i requisiti per uscire. Chi resta al lavoro, insomma, potrà avere un aumento in busta paga pari ai contributi a carico del lavoratore che non verranno versati all’Inps, ma si trasformeranno in aumento di stipendio pari al 10 per cento.
ADDIO A OPZIONE DONNA
Opzione donna, invece, era stata resa più restrittiva anche per quest’anno, tant’è che le uscite sono state limitate. A questo punto dal 2024 scompare definitivamente. Si può ipotizzare che confluisca nella nuova Ape sociale, che viene confermata nella formula esistente nell’età di accesso (63 anni), ma con un aumento dei contributi richiesti per accedervi, da 30 o da 35 a 36 anni di attività, per le categorie di lavoratori gravosi o disoccupati o disabili o che svolgono attività di caregiver, con specifica previsione di uno sconto per le lavoratrici che rientrano nelle categorie indicate. Il bonus consiste nella diminuzione di un anno dei contributi richiesti, in aggiunta a quanto è attualmente previsto. Fino all’età di vecchiaia la pensione o l’indennità potrà arrivare solo fino a 1.500 euro mensili.
RIVALUTAZIONE PENSIONI
La rivalutazione delle pensioni per il 2024 sarà basata sugli stessi tagli applicati anche quest’anno per gli assegni più elevati. E, dunque, per il secondo anno consecutivo saranno i pensionati con le rendite più alte a avere adeguamenti del reddito previdenziale all’inflazione al di sotto di quello che è stato il calo del potere d’acquisto reale subito nel corso dell’anno. Secondo le prime ipotesi, nel 2024 la rivalutazione potrebbe attestarsi al massimo sul 5,5% – 6%, più sul primo dato che sul secondo, anche per recuperare risorse che potrebbero essere utilizzate per far lievitare le pensioni minime.
PENSIONE CONTRIBUTIVA
Per quello che riguarda i giovani, il governo ha scelto di introdurre – spiega la Meloni - un elemento di novità "anche su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno, quelle interamente nel sistema contributivo, eliminando il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale, altrimenti è necessario attendere i 70 o i anni. Secondo noi non è una misura corretta e abbiamo rimosso il vincolo esistente".