Sostenibilità e riciclo: le strategie della filiera cartaria e il ruolo del packaging

Sono oltre 440mila le aziende che hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green, spinte anche da una platea di consumatori sensibili ai temi ecologici

Oltre oltre 441mila imprese in Italia, nel quinquennio 2016-2020, hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green. Segno evidente dell'impegno delle aziende del Belpaese a indirizzare sempre di più le loro politiche verso la sostenibilità e la scelta del packaging è in prima linea nel fare la differenza.

Spinte da un contesto ambientale sempre più a rischio e da una platea di consumatori informati e sensibili ai temi dell’ecologia, molte imprese infatti consolidano la scelta degli imballaggi cellulosici per i propri prodotti. Leggeri, maneggevoli, ma soprattutto riciclabili e in grado di contribuire alla circolarità della nostra economia. Proprio questo sarà il tema affrontato a Lucca nell’ambito del convegno 'Le sfide della riciclabilità per gli imballaggi a prevalenza carta' promosso da Comieco e Lucense, in collaborazione con Aticelca e Zero Waste Italy.

Innovazione ed ecodesign del packaging

Il tema dell’innovazione e dell’ecodesign del packaging è centrale anche in Europa come testimoniano i brevetti relativi agli imballaggi cellulosici: 156 nuovi brevetti depositati nel 2021, 14 dei quali in Italia (7 relativi alla voce “paper packaging” e 7 alla voce “cardboard packaging”). Dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2021 sono stati depositati in Italia complessivamente 475 brevetti: 199 aventi ad oggetto “imballaggi in carta” e 276 “imballaggi in cartone”. Diventa sempre più chiaro, quindi, che in ogni fase della catena distributiva il ricorso a packaging a base cellulosica diventa un elemento chiave per le aziende, per vincere la sfida della riciclabilità. Questo vale anche e soprattutto quando da sola la carta non basta: l’evoluzione della tecnologia consente oggi composizioni (anche temporanee) con altri materiali che mantengano la promessa della sostenibilità, anche nella fase di raccolta differenziata e riciclo.

Non a caso, l’immesso al consumo degli imballaggi cosiddetti “compositi” ha registrato nell’ultimo anno un incremento importante, stimato al 25%, il più alto tra le tipologie di packaging cellulosici. Anche per questi imballaggi, la certificazione di riciclabilità diventa un prezioso alleato per le imprese in ottica “green” e per questo è sempre più frequente il ricorso al sistema di valutazione Aticelca 501/2019, che li classifica in base a specifici test di laboratorio. “La tecnologia sempre più evoluta apre nuove porte non solo a un design dell’imballaggio sempre più efficace ed ecologico – ha detto Carlo Montalbetti, direttore Generale di Comieco – ma indica nuove strade anche nella separazione del flusso della carta e quindi nuove metodologie per la lavorazione degli imballaggi compositi. La ricerca si snoda costantemente in nuove e diverse direzioni, ma l’obiettivo rimane lo stesso: privilegiare la riciclabilità, consolidare e migliorare il tasso di riciclo dell’85% stabilito dall’Unione Europea al 2030, che il nostro Paese ha già superato nel 2020 e nel 2021”.

Comieco

Comieco (www.comieco.org) è il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, nato nel 1985 dalla volontà di un gruppo di aziende del settore cartario interessate a promuovere il concetto di “imballaggio ecologico”. Nel 1997, con l’entrata in vigore del D. Lgs. 22/97, Comieco si è costituito in Consorzio Nazionale nell’ambito del sistema CONAI e attraverso una incisiva politica di prevenzione e di sviluppo, ha contribuito a triplicare la raccolta differenziata di carta e cartone in Italia: da 1 a 3,6 milioni di tonnellate, raggiungendo e superando con anni di anticipo gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggi cellulosici previsti dalla normativa europea.