Ricerca e sviluppo scientifico Pisa e l’ecosistema degli spin-off leader nelle tecnologie per la salute

PISA

UN ATENEO con una storia plurisecolare, due Scuole di eccellenza da anni ai vertici delle classifiche mondiali della formazione universitaria, la più grande area di ricerca del Cnr nel nostro paese. Ma anche una città da sempre abituata a misurarsi con la ricerca e lo sviluppo delle nuove tecnologie. È qui, a Pisa, che, negli anni Cinquanta, la Olivetti in collaborazione con la facoltà di Fisica dell’Università, sviluppò la Calcolatrice elettronica pisana, antesignana dei moderni computer. E sempre qui, 50 anni fa, nacque il primo corso universitario di informatica.

UN MIX perfetto di studio, ricerca e tecnologia applicata (qui si sono sviluppati i progetti guidati dai professori Paolo Dario e Massimo Bergamasco che hanno portato alla nascita del più importante Istituto mondiale di Biorobotica). Un ecostistema che ha favorivo la nascita di start up e spin-off che hanno dato vita ad uno dei distretti di innovation technology più avanzati del mondo. Soprattutto nel campo della salute e del biomedicale, come è emerso nel corso di MixPisa 2019, la conversazione sui metodi e sulle strategie per le città del futuro, promossa dal Rotary Club Pisa, che ha visto i contributi di docenti, imprenditori e specialisti del digitale più interessanti del panorama nazionale. A cominciare dal professor Giuseppe Turchetti della Scuola Superiore Sant’Anna. Il settore delle Life Science con i suoi 2 milioni e 400 mila addetti, con un valore di produzione di 187,5 miliardi, è ai primi posti in Italia per competitività, produttività e investimenti in ricerca e sviluppo. «La salute – spiega il professor Turchetti – è il più grande investimento al mondo: mille miliardi in 5 anni. E in questo settore, in cui negli ultimi anni la produzione scientifica mondiale si é sviluppata a tassi sostenuti, l’Italia cresce a ritmi superiori a quelli medi mondiali e riduce il gap rispetto ai leader europei (come Francia, Germania e Regno Unito)».

E PISA proprio per la sua elevata produttività scientifica, accompagnata dalla capacità di dare applicazione pratica alla ricerca si candida a diventare un centro di riferimento nel campo delle tecnologie per la salute. Perché? «Proprio per la qualità e la produttività della nostra ricerca nelle scienze mediche, nel settore del computer science, della meccanica, della meccatronica, della bio-ingegneria e della nanotencologia – risponde il docente della Scuola Superiore Sant’Anna – ma anche per il contesto industriale ad elevato potenziale e per la competenza e il talento dei nostri giovani. Tutti aspetti che rappresenta fattori determinanti nelle decisioni di localizzazione delle aziende».

E Pisa, con la sua ‘produzione’ continua di laureati di qualità, con un costo del lavoro competitivo, con il Centro Enrico Piaggio dell’Università, con Endocas (il centro di specializzazione in chirurgia robotica), l’Istituto di Biorobotica ha tutte le carte in regola per diventare un centro di attrazione straordinario per investimenti in ricerca e produzione. Come dimostra la storia dell’ingegner Giuseppe Maria Prisco che, dopo essersi laureato alla Scuola Sant’Anna, è volato oltreoceano dove ha lavorato come direttore generale e principale ingegnere all’Intuitive Surgical in California. Lì, nella patria dei colossi digitali, ha contribuito alla nascita del robot ‘Da Vinci’, il sistema chirurgico della Intuitive Surgical utilizzato in quattromila ospedali del mondo. Ma dopo dodici anni a Mountain View Prisco è rientrato a Pisa e precisamente a Calci dove, con la moglie Hannah Teichmann e l’ingegner Massimiliano Simi, ha dato vita alla Medical Micro Instruments, startup che vuole aiutare i medici nelle sale operatorie.

E PROPRIO la MMI lo scorso anno ha completato un finanziamento Series A di 20 milioni di euro per accelerare lo sviluppo della sua piattaforma robotica per la microchirurgia. Uno dei finanziamenti più importanti avvenuti nel 2018 in Italia e che ha visto la partecipazione di investitori guidati dal fondo Andera Ventures, unito a Panakès Partners, Fountain Healthcare e Sambatech. E che ha visto la partecipazione anche di due investitori privati con John Engels e Gus Castello e quest’ultimo, in occasione di MixPisa 2019, ha confermato l’intenzione di continuare a investire ancora in startup biomedicali italiane. Per questo «con MIX 2019 abbiamo avviato un grande laboratorio di idee – spiegano i dirigenti del Rotary Club Pisa – in cui disegnare una nuova agenda urbana e costruire un piano strategico capace di mettere a sistema le tante energie presenti e sostenerle ad esprimere tutto il proprio potenziale».

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