Mercoledì 17 Aprile 2024

Ricerca Confinprese-EY: consumi in picchiata anche a settembre

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY registra ancora un calo dei consumi a settembre rispetto al 2019 con un -13,5%. Dato in peggioramento rispetto al -11,9% di agosto. Il progressivo annuo 2020 vs 2019 si attesta così al -34,8%.

Un carrello della spesa

Un carrello della spesa

ROMA - Risultati in peggioramento nel mese di settembre con il totale comparto che fa registrare -13,5% contro -11,9% di agosto. Se pure i valori sono migliori rispetto a quanto visto a giugno e luglio, il trend di settembre fa presagire una futura maggiore difficoltà del retail nell’affrontare i mesi più freddi a causa del crescere dei contagi e della loro influenza sulla propensione all’acquisto. Il progressivo anno si attesta su un pesante -34,8 per cento.

Queste le principali evidenze registrate dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY, su cui gravano la curva incrementale dei contagi e l’incertezza del futuro, che potrebbero portare a una nuova ondata negativa sia in termini sanitari sia economici. Gli andamenti peggiori si registrano nella ristorazione che chiude settembre a -18%, con un progressivo anno del -37,8%.

Male anche l’abbigliamento con -12,9%, una flessione quasi raddoppiata rispetto al -7% di agosto, che aveva beneficiato dal buon andamento dei saldi, e un progressivo anno pari a -35,3%. Il non food (entertainment, ottica, arredo casa e oggettistica) mostra performance migliori rispetto agli altri due settori, -6,9%, con un progressivo anno di -26,5%, risultati dovuti in parte ai benefici di un periodo lockdown ridotto, ma soprattutto a modificati orientamenti di consumo verso beni più legati alla casa e alla cura persona. 

L’e-commerce chiude settembre a +22,7% e recupera quasi 5 punti percentuali su agosto, dovuti principalmente al ritorno in città degli italiani e a una maggiore propensione all’acquisto online rispetto al periodo vacanziero. Il travel si conferma maglia nera dell’intero comparto. La flessione è del -55% in settembre e del -62% nel progressivo anno. Continua, dunque, la desertificazione di aeroporti e stazioni, con il turismo straniero azzerato e la mancanza di indotto nel commercio, nei bar e ristoranti, che si riflettono di conseguenza sull’intera filiera.

«Difficile fare previsioni in questo momento – spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese –. I primi riscontri del mese di ottobre registrano un forte rallentamento degli ingressi e dei fatturati. L’evoluzione della pandemia fa ipotizzare un aggravamento della tendenza per il quarto e più importante trimestre dell’anno. Particolarmente pesante la situazione del travel che fa registrare ancora un -55%. A questo punto si rende necessario un intervento da parte dei principali operatori di stazioni e aeroporti per allentare la morsa che ha stretto il settore e sostenere il grido d’allarme dei retailer».

Un’analoga situazione si riflette anche nell’analisi delle Pta (Primary trade area). Nel mese di settembre centri commerciali e outlet segnano rispettivamente un calo del -15,1% e del -10,3%. Sempre in sofferenza le high street delle città metropolitane (-19.7%), mentre le città di provincia e le aree periferiche delle metropoli rimangono le aree con migliori performance (-9.8% nel mese e -31.3% nel progressivo anno). I consumatori privilegiano la vita di quartiere, anche grazie al persistere dello smart working e del calo della mobilità urbana. Quest’ultimo è un trend che va delineandosi con sempre maggiore chiarezza e di cui gli operatori di settore dovranno tenere conto per gli assetti futuri.

«I dati di settembre non sono così negativi considerando la situazione, l’evoluzione delle vendite degli ultimi mesi e l’assenza dei saldi di agosto. Pur con una crescente importanza dell’e-commerce i consumatori mantengono il desiderio di tornare a girare per negozi e divertirsi, ma vengono frenati dalle paure legate alla sicurezza dei luoghi e degli spostamenti. Timori che potranno influenzare pesantemente il percorso di ripresa nei prossimi mesi, se i contagi dovessero aumentare significativamente – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY». 

Nelle aree geografiche l’Italia si spacca nei due estremi settentrionale e meridionale: le performance migliori si registrano nell’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e valle D’Aosta) che chiude settembre a -12,7% e nell’area Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia) a -7%. 

Fanno peggio, entrambe con -17%, le aree Nord-Est (Emilia-Romagna e Veneto) e Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna). Praticamente il sud Italia, benché sempre in negativo, supera di circa il 10% il Nord-est e il Centro Italia. 

I trend per Regioni

Nel mese di settembre è l’Emilia-Romagna la regione con i peggiori andamenti -18,4%, seguita a breve distanza da Lazio e Umbria -17,7%, Sardegna -17,2% e Friuli-Venezia Giulia -17%.

A sorpresa la Toscana, che nei primi 7 mesi 2020 è stata sempre in maglia nera nel ranking, scivola al 5° posto con -16,8%. Il Veneto chiude a -16%, il Trentino a -14,4%, la Lombardia a -13,8%, la Liguria a -12,7%, il Piemonte a -10,3%. In recupero Campania -9,7% e Sicilia -8,5%. Tre le regioni in positivo: Molise, Basilicata e Calabria.

I trend per città

È sempre Firenze la peggiore città con -35,1% nel mese di settembre. Continua invariato il primato negativo della città medicea, che è stabile nel ranking da 8 mesi con una flessione sul progressivo anno del -42,3%. Seguono Milano -29,2%, Bologna -26,7%, Venezia -26,3%, Roma -20,7%. Male anche Parma -19,5%, Genova -19,3%, Udine -16,8%, Napoli -11,5%, Torino -12,6%.

Si salvano, anche se con il segno meno, Palermo -8% e Trento -5,9%. Un risultato, quest’ultimo, che riflette il migliore andamento, seppure sempre negativo, della Sicilia (-8,5%) rispetto alle altre regioni. 

I trend per province

Anche nelle province le peggiori performance arrivano dalle città d’arte, penalizzate dalla mancanza del turismo. Al primo posto troviamo la provincia di Venezia che flette del -25,6%, seguita da Padova -21,7%, Treviso -14,6%, Verona -7,7%, Vicenza -5,8%. In Toscana la provincia di Firenze flette del -25,3%. In Emilia-Romagna Forlì-Cesena segna -24,4%, Bologna -18,4%. In Lombardia Bergamo -4,6%, Brescia -17,6%, Como -9,9%, Varese -9%.

In Piemonte Alessandria -17%, Novara -6,8%. Positiva Cuneo +1,7%.

In Sicilia i risultati a livello provinciale rispecchiano il lieve miglioramento della regione: positive Messina +3,3% e Trapani +2,8%. Ancora in flessione Agrigento -4,4%, Catania -19,7%, Palermo -4,8%, Siracusa -0,3%.

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