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A Monopoli o a Hotel chi parte per primo ha più possibilità di vincere. Una regola che, in uscita dalla pandemia, vale anche per gli alberghi in mattoni e legno. L’Italia, per non farsi mancare nulla, ha deciso di andare dritto in prigione per qualche turno e ha lasciato tirare i dadi agli altri Paesi. E così mentre Spagna, Francia e Grecia facevano incetta di prenotazioni per il periodo di Pasqua grazie a poche e chiare regole sugli ingressi dall’estero, il Belpaese è rimasto al palo. "Il turismo – sbotta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – non è un monopolio, esiste la concorrenza. La lentezza delle prenotazioni per metà aprile è dovuta ai ritardi nelle aperture. Un hotel non è un negozio: chi riserva una camera lo fa con settimane o mesi d’anticipo. Riaprire a poco a poco con nuovi decreti ogni settimana genera solo incertezza". Bollettino Covid del 21 febbraio Anche perché da noi le regole spesso sono più stringenti. "C’è grande voglia di venire in Italia, ma l’obbligo di tampone per i cittadini europei che hanno completato la seconda dose da più di sei mesi, scoraggia i turisti. È una misura che esiste solo da noi. Se gli altri Paesi aprono, dobbiamo farlo anche noi e in fretta. Altrimenti chi deve scegliere dove passare un weekend, di sicuro non si fermerà da noi". In parole povere servono regole chiare e date in anticipo. "Copiare da chi sta facendo meglio non è sempre un’idea malvagia". Anche perché la mazzata sulle strutture ricettive è stata davvero pesante. Nel 2021 hanno cessato l’attività 4.116 imprese della ricettività e dei servizi turistici, il dato peggiore degli ultimi cinque anni. Un’accelerazione che non è stata compensata da nuove aperture: in dodici mesi sono nate solo 1.916 nuove imprese turistiche, per un saldo negativo ...
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