Venerdì 19 Aprile 2024

"Regole Covid confuse, turisti in fuga". Gli albergatori: Pasqua a rischio

La denuncia delle associazioni di categoria: "Nuovi decreti ogni settimana allontanano gli stranieri"

La stangata

La stangata

A Monopoli o a Hotel chi parte per primo ha più possibilità di vincere. Una regola che, in uscita dalla pandemia, vale anche per gli alberghi in mattoni e legno. L’Italia, per non farsi mancare nulla, ha deciso di andare dritto in prigione per qualche turno e ha lasciato tirare i dadi agli altri Paesi. E così mentre Spagna, Francia e Grecia facevano incetta di prenotazioni per il periodo di Pasqua grazie a poche e chiare regole sugli ingressi dall’estero, il Belpaese è rimasto al palo. "Il turismo – sbotta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – non è un monopolio, esiste la concorrenza. La lentezza delle prenotazioni per metà aprile è dovuta ai ritardi nelle aperture. Un hotel non è un negozio: chi riserva una camera lo fa con settimane o mesi d’anticipo. Riaprire a poco a poco con nuovi decreti ogni settimana genera solo incertezza".

Bollettino Covid del 21 febbraio

Anche perché da noi le regole spesso sono più stringenti. "C’è grande voglia di venire in Italia, ma l’obbligo di tampone per i cittadini europei che hanno completato la seconda dose da più di sei mesi, scoraggia i turisti. È una misura che esiste solo da noi. Se gli altri Paesi aprono, dobbiamo farlo anche noi e in fretta. Altrimenti chi deve scegliere dove passare un weekend, di sicuro non si fermerà da noi". In parole povere servono regole chiare e date in anticipo. "Copiare da chi sta facendo meglio non è sempre un’idea malvagia".

Anche perché la mazzata sulle strutture ricettive è stata davvero pesante. Nel 2021 hanno cessato l’attività 4.116 imprese della ricettività e dei servizi turistici, il dato peggiore degli ultimi cinque anni. Un’accelerazione che non è stata compensata da nuove aperture: in dodici mesi sono nate solo 1.916 nuove imprese turistiche, per un saldo negativo di 2.200 imprese. "E il 2022 non si è aperto sotto i migliori auspici: la quarta ondata – fa notare Vittorio Messina, presidente di Assoturismo – ha cancellato gennaio e febbraio, e la primavera è partita piano: l’80% delle camere disponibili per marzo è ancora senza prenotazione. Servono sostegni più incisivi, o le chiusure accelereranno ancora. Salvate le imprese, dobbiamo lavorare sul riavvio. Chi arriva ultimo alla riapertura ha perso: per questo servono già ora regole chiare sulle modalità della ripartenza della mobilità turistica, a partire da eventuali obblighi, che dovranno essere in linea nei tempi e nei modi con il resto d’Europa".

Ma non è solo il turismo straniero che manca all’appello. "Gli hotel sono tra le location che ospitano l’organizzazione di meeting e congressi, ma le linee guida vigenti, anziché andare incontro alle esigenze degli operatori rischiano di creare uno stato di caos tale da bloccare completamente l’attività. Le strutture – conclude Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi – devono affidarsi a un ‘confronto’ tra l’organizzatore e le Asl per individuare per ciascun evento il numero massimo dei partecipanti. Un aspetto che in assenza di parametri oggettivi di riferimento, apre la strada a una sorta di Far West del settore".