Venerdì 19 Aprile 2024

I mercati: tempesta se vince il No. "L’Italia rischia di uscire dall’Euro"

Dal Financial Times a Goldman Sachs, la finanza mondiale in allarme

Borsa di Francoforte (Ansa)

Borsa di Francoforte (Ansa)

Milano, 22 novembre 2016 - I TITOLI di Stato italiani si avviano verso una tempesta perfetta nel dopo-referendum, in caso di vittoria del No. L’ammonimento viene da un coro unanime di osservatori del mercato, che prevedono forti turbolenze non solo per il Belpaese, ma anche per l’Europa da una crisi del governo Renzi. Il quadro più apocalittico è quello dipinto dal condirettore del Financial Times, Wolfgang Münchau, che preconizza una sequenza di eventi a catena fino all’uscita dell’Italia dall’euro, con i populismi che trionfano in tutto il continente. 

PER MÜNCHAU il «5 dicembre l’Europa potrebbe svegliarsi con l’immediata minaccia della disintegrazione». L’incertezza politica di una sconfitta del governo, infatti, andrebbe ad aggiungersi a tutte le altre debolezze già presenti nel sistema produttivo italiano, che inquietano i mercati: «Da quando l’Italia nel 1999 è entrata nell’euro la sua produttività totale è caduta del 5%, mentre in Germania e Francia è aumentata del 10%». In allarme anche il Wall Street Journal, che ieri ha sottolineato in prima pagina i rischi del referendum per gli investitori, già «preparati al tumulto». 

IN EFFETTI ieri i mercati hanno aperto male, ma poi si sono tirati su grazie al rialzo del petrolio e Piazza Affari ha chiuso in positivo a quota +0,2%, nonostante il rosso del comparto bancario, sempre più sotto pressione. I timori si concentrano soprattutto sui difficili rafforzamenti patrimoniali del Monte dei Paschi e di Unicredit, che erano stati evocati venerdì dalla Banca d’Italia.  Il sistema bancario è indicato come il più minacciato da una crisi di governo anche dagli analisti di Goldman Sachs. Il referendum italiano costituisce «un rischio materiale per le previsioni di crescita», secondo l’Outlook della banca americana sull’Europa, nel quale si afferma anche che «se vincesse il no, ostacolerebbe gli sforzi per ricapitalizzare le banche italiane più deboli, un processo che è già stato con ogni probabilità posticipato al 2017».  Concorda Fabio Arpe, grande consulente finanziario delle imprese italiane: «Se vince il no al referendum ci potrebbero essere dei problemi, chi scrive che la prossima crisi partirà dall’Italia e dal sistema bancario potrebbe anche aver ragione».

AL CONTRARIO, una vittoria del Sì darebbe una percezione positiva dell’Italia ai mercati. «Il referendum può avere un impatto molto positivo se vincesse il Sì, perché potrebbe migliorare la percezione che si ha dell’Italia. Darebbe l’idea che è un Paese capace di cambiare, di portare avanti riforme e di concluderle, l’impatto potrebbe essere dunque molto positivo», spiega Andrea Montanino, direttore dell’Atlantic Council di Washington. «I mercati guardano con interesse a tutte le manifestazioni politiche di una certa rilevanza, che siano elezioni o referendum», commenta Raffaele Jerusalmi, ad di Borsa Italiana. «In base agli esiti che questi eventi hanno i mercati reagiscono, lo abbiamo visto sia con la Brexit, sia con le elezioni in Usa. La reazione è in funzione delle aspettative che si vengono a generare. Quindi non è sorprendente che questo accada anche in occasione del referendum italiano».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro