Reddito di cittadinanza, quota per affitto direttamente al locatore. Stop offerta congrua

Stretta sul sussidio nella manovra 2023. Approvato invece l'emendamento che prevede il via alla sperimentazione del 'reddito alimentare' per chi è in povertà assoluta

Uno sportello per chiedere il reddito di cittadinanza (Ansa)

Uno sportello per chiedere il reddito di cittadinanza (Ansa)

Roma, 21 dicembre 2022 - Un 'reddito alimentare' da destinare a chi è in povertà assoluta nelle città metropolitane. E' quanto prevede un emendamento del Pd alla manovra 2023 approvato questa notte, che dà il via alla sperimentazione.Grazie a un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024, saranno distribuiti pacchi realizzati con i prodotti invenduti della distribuzione alimentare "da prenotare mediante un'applicazione e ritirare presso uno dei centri di distribuzione ovvero ricevere nel caso di categorie fragili". In un decreto del ministero del Lavoro, da emanare entro 60 giorni, verranno definiti le modalità attuative, la platea e il coinvolgimento del terzo settore. 

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Reddito di cittadinanza 

Nel capitolo lotta alla povertà arrivano importanti modifiche al Reddito di cittadinanza. Un emendamento della maggioranza stabilisce la quota prevista per l'alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore dell'immobile. Secondo la proposta, il beneficiario del sussidio deve comunicare all'ente erogatore del Reddito di cittadinanza, ossia l'Inps, i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro, sentito il garante per la Privacy. 

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, segnala poi che nel mese di gennaio ci sarà un decreto che interverrà sul reddito di cittadinanza e sulle politiche attive. Il provvedimento si occuperà anche della cosiddetta offerta "congura" che - rifiutata - fa perdere il diritto al sussidio. Un emendamento riformulato a firma Lupi (Noi Moderati) sopprime infatti la parola "congrua" dal testo della norma. È congrua l'offerta che considera le esperienze e competenze maturate e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento (entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici). 

Dunque si perderà il beneficio del reddito di cittadinanza se verrà rifiutata la prima proposta, che potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità. Inoltre a decorrere dal 1° gennaio 2023 l'erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell'obbligo, secondo quanto prevede un emendamento approvato a firma Sasso. Infine il sussidio perderà una mensilità: varrà solo per 7 mesi per chi è in grado di lavorare, e non più 8