Reddito di cittadinanza. Come cambia e chi ne ha diritto

A ottobre 2022 sono 2,16 milioni i cittadini italiani che lo percepiscono: più della metà al sud e isole

Reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza

Addio al reddito di cittadinanza. E' questa la probabile direzione che prenderà il governo relativamente al sussidio che tanto ha fatto discutere il nostro Paese. Un costo di circa otto miliardi l'anno per lo Stato, per un totale di 3,5 milioni e mezzo di persone coinvolte. Nei primi nove mesi 2022, secondo i dati Inps, sono 2,16 milioni i cittadini italiani che percepiscono il reddito o la pensione di cittadinanza, 208mila gli extra-comunitari e quasi 84 mila cittadini europei. Di questi, 430mila soggetti beneficiari stanno al Nord, 328mila al Centro e ben 1,69 milioni nell’area Sud e Isole.

"Tagliare sprechi e furbetti del reddito di cittadinanza per creare lavoro vero, a breve dalle parole ai fatti», ha scritto su Facebook il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che vuole recuperare un miliardo dai fondi destinati al sussidio per quota 102. La strada, dunque, pare segnata. Il reddito di cittadinanza resterà per i fragili, quindi per invalidi, genitori con figli minori che sono senza reddito e i pensionati che non hanno di che di vivere.

Anpal: 660mila beneficiari del reddito di cittadinanza sono occupabili. Quasi uno su due vive al Sud Secondo l'ultimo report di Anpal, alla data del 30 giugno 2022 i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono 920 mila. Di questi 173mila, cioè il 18,8%, è già occupato, mentre il 71,8%, pari a 660 mila, è occupabile e quindi soggetto alla sottoscrizione del Patto per il lavoro. Ci sono poi 19.676 che sono stati rinviati ai servizi sociali, più altri 68.770 che sono esonerati e o esclusi (perché anziani, minori o altri motivi). La maggior parte degli occupabili si trova al Sud, con una percentuale del 48,3% sul totale.

L'identikit degli occupabili Nel 73% dei casi i beneficiari soggetti al Patto per il lavoro non hanno mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione nei 36 mesi precedenti il 30 giugno 2022. Il 70,8% ha al massimo un titolo di scuola secondaria inferiore, un quarto ha un diploma di scuola secondaria superiore e solo il 2,8% va oltre. Tra i beneficiari tenuti alla stipula del Patto per il lavoro, la quota di utenti presi in carico, ovvero che hanno sottoscritto il Patto o sono comunque impegnati in esperienze di tirocinio extracurricolare, ammonta a più di 280 mila (42,5%), con un’incidenza minore nelle regioni meridionali.

L'identikit di chi risulta già occupato Gli occupati si trovano soprattutto nelle regioni centro settentrionali, con valori compresi tra il 27% e il 31%, a fronte del 18,6% delle regioni del sud e il 16,7% delle isole. Tra gli occupati, il 53,5% ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o in apprendistato e il 39,2% a tempo determinato. L’incidenza degli occupati con contratti a termine supera il 55% per gli under 30. Quasi il 95% dei beneficiari occupati svolge attività per cui sono richieste competenze basse e medio basse.

Negli ultimi sei mesi stop al reddito di cittadinanza per 543mila persone Sempre secondo i dati Anpal (al 30 giugno 2022), 534mila beneficiari del reddito di cittadinanza non ricevono più il sussidio, contro 251 mila nuovi percettori. La riduzione dei beneficiari è particolarmente marcata nell'Italia nord-occidentale. Per questo motivo, rispetto alla precedente rilevazione dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che risale a dicembre 2021, anche i beneficiari in carico ai servizi per il lavoro è calato: 273mila individui in meno, pari al -23%. Il flusso in uscita per la gran parte degli individui (61%) è dovuto a domanda 'terminata', cioè al raggiungimento del periodo di massima erogazione del reddito di cittadinanza, pari a 18 mesi. Per circa un terzo è invece dovuto a domanda 'decaduta' (35%), presumibilmente a causa di nuove condizioni reddituali del nucleo familiare di appartenenza che hanno determinato la perdita del diritto al beneficio. Infine, per un restante 4% degli usciti è stato revocato il beneficio per l’insussistenza dei requisiti previsti.