Recovery Fund, Austria e altri 3 Paesi contro il piano Merkel-Macron

Vienna: "Prestiti, non contributi. A Spagna e Italia soldi che vanno restituiti". Paesi Bassi, Svezia e Danimarca d'accordo. Colloquio Conte-Von der Layen, il premier: "Serve molto di più"

Emmanuel Macron e Angela Merkel (Ansa)

Emmanuel Macron e Angela Merkel (Ansa)

Bruxelles, 20 maggio 2020 - L'Europa si spacca sul Recovery Fund. La proposta di Francia e Germania su un fondo da 500 miliardi per i Paesi più colpiti dal Coronavirus non va giù ai 'falchi' della Ue. Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia presenteranno una controproposta al piano Merkel-Macron. Ad annunciarlo è stato stamattina il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, in un'intervista aul quotidiano Obersterreichischen Nachrichten. "Vogliamo essere solidali con gli stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi - ha detto Kurz -, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi".

Una differenza sostanziale, dal momento che nella proposta franco-tedesca si parlava di emissione di bond garantiti dal bilancio comunitario, finanziamenti a fondo perduto. Quindi "potenzialmente non rimborsabili", come hanno sottolineato i falchi di Bruxelles. Il 'rilancio' di Vienna e degli altri 3 Stati prevede invece "mutui" e quindi prestiti (con condizioni, non meglio specificate, e da restituire). Lo dice a chiare lettere la ministra austriaca per gli Affari europei, Karoline Edtstadler, in un'intervista al quotidiano Salzburger Nachrichten. "Gli aiuti devono andare a coloro che sono stati colpiti di più. Una cosa è comunque certa: i soldi che ora vanno a Italia, Spagna oppure Francia vanno usati per superare la crisi e vanno restituiti".

Conte sente Von der Leyen

Colloquio telefonico oggi tra il premier Giuseppe Conte e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sulle prospettive di un "Recovery Fund" ambizioso e all'altezza della sfida del Covid-19, in vista della presentazione della proposta della Commissione mercoledì 27 maggio".  Conte ha sottolineato che "la quantità di risorse mobilitate da tutti gli strumenti europei, incluso il Recovery fund" secondo la proposta franco-tedesca, "non è all'altezza delle stime di ciò che molte istituzioni pubbliche e private ritengono necessario per mantenere a galla l'economia". Per il premier la proposta di Germania e Francia sul piano da 500 miliardi è un "passo coraggioso" ma "serve molto di più". 

Insomma, l'Italia è pronta a dare battaglia sul Recovery Fund e a non accontentarsi della posizione franco-tedesca. Conte anche ieri, durante un colloquio telefonico con la cancelliera Angela Merkel, ha ribadito la necessità di un intervento "tempestivo" per arginare la crisi causata dalla pandemia di Covid-19. 

L'Italia, che punta a un piano da almeno 1.000 miliardi di euro, ha accolto comunque di buon grado la traccia lasciata da Merkel e Macron. Nel mirino del premier finiscono i Paesi Ue che "continuano a fare pressioni per un bilancio business-as-usual e un Recovery fund modesto, con una percentuale trascurabile di sovvenzioni". In un intervento su Politico.eu Conte attacca: "Sono fermamente convinto che la loro posizione rifletta l'incapacità di comprendere le sfide storiche che affrontiamo". E ancora: "Le divisioni nell'Ue tra Nord e Sud sono sempre state sbagliate. Basare la risposta al coronavirus su stereotipi distorti sarebbe più fuorviante che mai". Quindi avverte: se l'Ue fallisce "alimenteremo le fiamme del nazionalismo e allargheremo le divisioni".

Le prossime tappe

La strada del piano Merkel-Macron appare dunque in salita. La prima sfida è arrivare intatto al tavolo della Commissione Ue, per essere incluso nella proposta che Ursula von der Leyen svelerà il 27 maggio. Un cammino già piuttosto complesso, viste le resistenze emerse in queste ore. Dovesse farcela, la proposta dovrà raggiungere il tavolo dei leader Ue verso metà giugno, senza perdere i suoi elementi di massima attrazione per i Paesi del Sud, come, appunto, i trasferimenti a fondi perduto per l'intero ammontare.

Dombrovskis

Nel frattempo, oggi la Commissione Ue ha preso atto dello sforamento a cui i Paesi membri vanno incontro sul piano del deficit. "Molto è cambiato in pochi mesi, avevamo crescita in tutti i Paesi Ue e disoccupazione più bassa di sempre, ora abbiamo una profonda recessione", ha dette il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. "I  deficit andranno ben sopra il 3% in tutti i Paesi Ue" ma a differenza dei tempi normali questo "non porterà ad aperture di procedure", ha aggiunto. 

E sempre Dombrovskis ha sottolineato che nel Recovery instrument "ci sarà un chiaro legame con le riforme". Lo strumento "avrà diversi pilastri, e nel caso della Recovery e Resilience facility finanzieremo pacchetti di riforme e investimenti degli Stati membri, e il Semestre europeo e le raccomandazioni faranno da guida nel preparare i Piani di ripresa".

Oggi, intanto, il Commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni. oggi ha assicurato che il piano presentato sarà "ben finanziato". E si è detto convinto che l'Ue alla fine "convergerà" su obiettivi comuni. 

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