Roma, 22 maggio 2025 – È un quadro socio-economico nel quale le ombre superano le luci quello disegnato nel Report annuale dell’Istat sulla condizione dell’Italia e degli italiani nel 2024. Il valore dei salari reali è calato del 10 per cento rispetto al 2019. E anche se gli occupati sono cresciuti, la produttività del lavoro e la produzione industriale hanno segnato il passo. Con l’aumento del rischio povertà. Il tutto in un Paese che invecchia sempre di più.
Over 80 sono più dei bambini
Gli over ottanta hanno superato i bambini con meno di 10 anni di età (4 milioni 326mila). In primo piano c’è la perdita del potere d’acquisto dei salari, che tra il 2019 e il 2024 hanno perso il 10,5% a causa della forte crescita dei prezzi: si sono salvate in parte le retribuzioni lorde di fatto per dipendente (quelle che tengono conto degli accordi aziendali e individuali e dei cambiamenti della composizione dell’occupazione) che calano del 4,4%, superiore al 2,6% della Spagna e all’1,3% della Germania. Il che si accompagna alla riduzione della produttività del lavoro del 2% nel 2024 e al drastico rallentamento della produzione industriale, scesa del 4 per cento.
Cresce l’occupazione
L’occupazione, invece, continua a crescere, sebbene l’80% della crescita (285mila unità in più) sia dovuta all’aumento degli occupati con 50 anni e oltre, e anche i conti pubblici migliorano, anche se il debito pubblico va avanti nella sua corsa per la spesa per interessi e la bassa crescita. La diminuzione dei salari reali determina un allargamento della fascia di povertà. In Italia quasi un quarto della popolazione, il 23,1%, è a rischio povertà o esclusione sociale (+0,3 punti sul 2023, ma al Sud la percentuale sale di un punto e tocca il 39,8%. Non basta. Nel 2024 un italiano su dieci (9,9%) ha riferito di avere rinunciato negli ultimi 12 mesi a visite o esami specialistici, principalmente a causa delle lunghe liste di attesa e per la difficoltà di pagare le prestazioni sanitarie.
Un quarto degli italiani è over 65
Venendo ai dati demografici, stando all’istituto guidato dal presidente Francesco Maria Chelli, si confermano i rischi e le conseguenze del tracollo delle nascite degli ultimi decenni. In Italia quasi un quarto della popolazione (il 24,7%, pari a 14 milioni 573mila persone) ha più di 65 anni, mentre ci sono quasi 4,6 milioni di persone che hanno superato gli ottanta.
Se si guarda a 25 anni fa, i bambini di questa età erano 2,5 volte gli over 80, mentre cinquanta anni fa il rapporto tra bambini e grandi anziani era 9 a uno. Gli individui con almeno 100 anni hanno superato all’inizio del 2025 quota 23.500 unità, al massimo storico.I ragazzi fino a 14 anni sono 7 milioni e 19mila unità, meno della metà degli over 65.
Le famiglie sono sempre più piccole e frammentate. Nel biennio 2023-2024 le persone sole costituiscono il 36,2 per cento delle famiglie e le coppie con figli scendono al 28,2 per cento. L’aumento delle persone sole interessa tutte le età, ma soprattutto gli anziani.