SANDRO NERI
Economia

"Rapporti commerciali stretti Cresce l’interscambio con l’Italia"

Giovanni Baroni (Confindustria) prevede che gli effetti della frenata si sentiranno alla fine dell’anno

"Rapporti commerciali stretti  Cresce l’interscambio con l’Italia"
"Rapporti commerciali stretti Cresce l’interscambio con l’Italia"

di Sandro Neri

Prima la pandemia, poi la crisi energetica e, subito dopo, la guerra in Ucraina. I cambiamenti in atto nell’economia mondiale imprimono mutamenti alle filiere industriali e alle catene di approvvigionamento. "Le transizioni in corso possono essere una grande opportunità, a patto che le si sappia affrontare nel modo giusto: per cominciare, con un approccio di filiera, al di là dei confini geografici del Paese", avverte Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria, tra i protagonisti, oggi a Bologna, dell’incontro ‘Italia-Germania: transizioni, nuove geografie di filiera e opportunità per le Pmi’ (alle 10, a BolognaFiere), organizzato insieme a Fondirigenti e Ahk Italien, la Camera di commercio italo-germanica. "Dobbiamo iniziare a ragionare in termini di continente e quindi, nel nostro caso, di Europa", continua Baroni. Di qui il ciclo di incontri, "il primo dei quali – dice – non poteva che partire dal principale partner commerciale dell’Italia".

Un Paese, la Germania, che è entrato in recessione. Quali sono le conseguenze per il nostro tessuto industriale?

"Registriamo un rallentamento, soprattutto sul piano degli investimenti. Quella tedesca e la nostra sono due economie interconnesse. La loro aveva cominciato a rallentare un anno fa, quando la nostra era in piena euforia. Le previsioni parlano di un 2024 che non avrà nulla a che vedere con l’anno che ci siamo lasciati alle spalle".

L’economia italiana, però, sta tenendo.

"Il manifatturiero sì, anche per effetto della domanda, legata a consegne lunghe. La frenata ci sarà alla fine dell’anno e all’inizio del 2024".

Quando riprenderà l’economia tedesca?

"La Germania sta mettendo in atto una serie di misure potenzialmente efficaci. Crediti di imposta forti, focus sulle Pmi, incentivi e, sembra incredibile, interventi di semplificazione burocratica. Dico incredibile perché parliamo di un Paese simbolo di efficienza. L’auspicio è che si riesca a coordinare gli interventi con l’Italia, visti gli stretti rapporti economici e commerciali che abbiamo con loro. I 58 miliardi di euro stanziati per le transizioni nel 2024 e gli investimenti sulle infrastrutture e la rete ferroviaria creeranno un indotto anche per noi".

L’interscambio è positivo.

"Non solo, continua a crescere da anni. Nel 2022 era a quota 168 miliardi, contro i 142 del 2021. Nel 2015 era a 108. Numeri che danno la misura di una crescita costante".

Che opportunità vede per le Pmi?

"Parliamo ormai di un mercato comune. Molti prodotti d’eccellenza dell’industria tedesca, inoltre, hanno componenti che parlano italiano. Bisogna che le filiere dialoghino e affrontino insieme le grandi evoluzioni a cui sono chiamate, esprimendo il primato tecnologico di cui sono capaci. Anche per disarmare le minacce che arrivano da altri continenti".