Quoziente familiare, la svolta sul fisco. Reddito tassato in base ai figli

Così il governo vuole cambiare la fiscalità: la nuova modalità tiene conto di tutti i membri della famiglia. Partirà dal Superbonus per arrivare fino al conteggio Irpef

Roma, 13 novembre 2022 - Il primo segnale, con l’introduzione di un ‘piccolo quoziente familiare’, come lo definisce la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, il governo lo ha dato attraverso le regole del nuovo Superbonus per le abitazioni unifamiliari. Il secondo arriverà a stretto giro con la revisione dei criteri per la determinazione dell’assegno unico, e, dunque, con l’aumento del beneficio per le famiglie più numerose. Ma, nell’ottica di una spinta concreta alla natalità, l’obiettivo più ambizioso, dichiarato in aula dalla premier Giorgia Meloni, è quello di prevedere, con una riforma di legislatura, l’applicazione del quoziente familiare al calcolo dell’Irpef: una rivoluzione alla quale al Mise (sotto la guida del viceministro Maurizio Leo) e a quello della Famiglia, intendono mettere mano da gennaio una volta chiusa la legge di Bilancio. Con l’obiettivo di arrivare a un taglio delle tasse in media tra i mille e i 4 mila euro l’anno. Ma andiamo con ordine per capire le mosse del governo.

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Isee e quoziente

I due strumenti sono connessi e possono intrecciarsi, ma servono a funzioni differenti. L’Isee, l’Indicatore della situazione economica del singolo o della famiglia, si calcola tenendo conto del reddito complessivo del nucleo più il 20% del patrimonio mobiliare e immobiliare. A quel punto, a seconda degli utilizzi, si corregge il risultato ottenuto secondo una scala di equivalenza che assegna pesi differenti alla composizione della famiglia e alla presenza di specifiche condizioni di disagio. L’Isee, nello specifico, serve per determinare il costo per l’accesso a prestazioni sociali e servizi, come asili o università, o per poter usufruire di bonus e altri vantaggi del welfare, a cominciare dall’assegno unico per i figli. Il quoziente familiare, invece, è un sistema di tassazione "per parti" in base al quale il complesso del reddito familiare è tassato per quote, dividendo lo stesso reddito per un quoziente determinato dal numero e delle caratteristiche dei componenti del nucleo. E, dunque, come accade in Francia, si applica innanzitutto all’Irpef. Con l’effetto di garantire consistenti vantaggi alle famiglie più numerose e, principalmente, a quelle del ceto medio con più figli. Isee e quoziente, dunque, possono anche coesistere. O essere alternativi.

Vantaggi e svantaggi dei due strumenti

Il punto è che – per i rappresentanti del Forum delle famiglie – per come è considerata la presenza dei figli, l’Isee finisce per penalizzare le famiglie numerose. Da qui la pressante richiesta di un cambio di rotta, fino all’abolizione dell’Isee. Ma per Alessandro Santoro, docente di Scienza delle finanze alla Bicocca, è vero il contrario: "Non si può dire che l’adozione del quoziente familiare favorisce le famiglie povere. Al contrario, a parità di composizione, lo sconto è più forte per le famiglie più ricche".

Superbonus e assegno unico

In attesa della riforma complessiva dell’Irpef, il governo ha dato da subito due segnali che vanno nella direzione indicata: sostenere famiglie e natalità. La prima è arrivata con la revisione del superbonus: di fatto per usufruire dell’agevolazione, nel caso delle abitazioni unifamiliari, si terrà conto non solo del reddito del proprietario, ma di tutta la famiglia. La seconda novità è venuta della ministra Roccella: "Ci sarà una correzione dell’assegno unico per le famiglie numerose".