
Riso
Milano, 6 giugno 2025 – L’olio di girasole continua a scendere, sebbene l’offerta globale sia in calo; l’uva passa soffre gli effetti del cambiamento climatico – è il terzo anno consecutivo -; latte e derivati si mantengono su quotazioni elevate; il riso viaggia a due velocità. Nel costante saliscendi dei prezzi delle commodities, puntualmente documentato dagli esperti di Areté – società indipendente, specializzata nei servizi di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood – sembra esserci, al momento, una sola, spiacevole, certezza: l’ascesa, ormai inarrestabile, del caffè. Con buona pace di tutti coloro che non sanno rinunciare al rito mattiniero della tazzina di espresso al bar.
Andamento a due velocità del riso
A maggio i prezzi del riso hanno registrato andamenti differenziati sulla piazza di Milano. Secondo le analisi di Areté, la domanda scarsa e gli scambi limitati hanno determinato cali sia per l’Arborio (-3,8% rispetto ad aprile), sia per il Carnaroli (-4,6%), con un forte rallentamento dei trasferimenti dei rispettivi risoni. Al contrario, nel comparto del ‘riso tondo’ (il riso originario), la domanda è rimasta sostenuta, anche a seguito delle prospettive di un calo delle superfici coltivate 2025. A fine maggio, la percentuale di risone tondo trasferito ha raggiunto l’83%, rispetto al 75% dello stesso periodo dell’anno scorso, con un conseguente aumento delle quotazioni dell’originario del 4,8% rispetto ad aprile. In leggero rialzo anche le quotazioni del tipo cosiddetto ‘Lungo B’, per cui, se è vero che la minore disponibilità di prodotto continua a sostenere i prezzi, è anche vero che un rallentamento dei trasferimenti e il calo generale dei prezzi internazionali si confermano fattori ribassisti. Da inizio campagna a fine maggio, export e import extra Ue in Italia hanno registrato, rispettivamente, una diminuzione del 10% e un aumento del 20%.
Olio di girasole: quotazioni giù nonostante il calo dell’offerta
Nonostante una campagna caratterizzata da un calo drastico dell’offerta di seme e olio di girasole, le quotazioni dell’olio di girasole mostrano una tendenza al ribasso sul mercato europeo. Secondo quanto evidenziato dagli esperti di Areté, i prezzi registrati nell’Europa Nordovest (in dollari per tonnellata) hanno fatto registrare cali medi pari a -1% mensile tra febbraio e maggio 2025. I cali hanno raggiunto quota -5%, nello stesso periodo, per l’olio di girasole raffinato quotato (in euro) a Milano e quota -2% per l’olio di girasole grezzo quotato (sempre in euro) sul mercato spagnolo. Questo trend maggiormente ribassista delle quotazioni in euro è da attribuire al rafforzamento dell’euro sul dollaro statunitense, verificatosi nello stesso periodo sui mercati valutari. Il mercato resta, tuttavia, scarsamente approvvigionato in vista degli ultimi mesi di campagna: un rimbalzo consistente dell’offerta potrà realizzarsi soltanto con l’arrivo dei nuovi raccolti di seme di girasole. Per i Paesi Ue, la Commissione europea prevede un aumento del 17% rispetto alla campagna corrente, contrassegnata dagli effetti della siccità devastante abbattutasi sui raccolti 2024 in Europa Orientale.
Uva passa: previsioni negative per colpa delle gelate primaverili in Turchia
L’International nut and dried fruit council (Inc) - organizzazione globale, senza scopo di lucro, dedicata al settore della frutta secca – ha condiviso, in occasione della conferenza di Palma di Mallorca di inizio maggio, le prime stime di produzione di uva passa per la campagna 2025/26. Per la Turchia, principale produttore mondiale, si delinea la terza campagna consecutiva di offerta limitata, con un raccolto previsto in calo del 3% a 220.000 tonnellate: livelli significativamente inferiori rispetto alla media delle cinque campagne pre-23/24 (circa 300.000 tonnellate). Il calo è dovuto alle gelate straordinarie che, a metà aprile, hanno colpito il Paese, interessando anche la zona di Manisa, dove si concentra circa l’80% dei vigneti turchi. Secondo le analisi di Areté, il dato Inc rientra nel range di previsione post-gelate condiviso da altri operatori - tra 130.000 t e 240.000 t -: si tratta, evidentemente, di un range particolarmente ampio, tale da confermare l’incertezza rispetto all’entità delle perdite, ancora in fase di valutazione.
Politiche ambientali Ue e contagi negli allevamenti tengono alte le quotazioni del latte
In Europa i prezzi del latte crudo ‘spot’, nonostante la fase di flessione tipica della stagione, si mantengono superiori rispetto allo scorso anno. A maggio 2025 le quotazioni del latte spot tedesco intero, sulla piazza di Milano, risultano del 2% inferiori rispetto ad aprile, ma segnano un +18,5% rispetto a maggio 2024. I trasformati, al contrario, nel mese di maggio hanno registrato una tendenza di prezzo leggermente ribassista. Sulla piazza di riferimento di Kempten, in Germania, a maggio il burro ha registrato, rispetto ad aprile, un calo pari a -2,5%, mentre il formaggio edamer si è attestato a quota -0,4%. Anche sui trasformati, tuttavia, il gap rispetto allo scorso anno è elevato: per il burro siamo a +17%, per edamer a +12%. Nonostante la Commissione Europea, nelle previsioni di medio termine, abbia proiettato un aumento della produzione di latte in Ue del +0,5% rispetto al 2024, a inizio anno le consegne latte procedono a rilento. Nei primi tre mesi del 2025 si registra un -0,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, con battute di arresto importanti in aree chiave di produzione ed esportazione di trasformati, tra cui Germania (-2,5%), Francia (-2%) e Olanda (-1,9%). Tale rallentamento è compensato solo in minima parte dagli aumenti produttivi registrati in Polonia (+1,6%), Italia (+0,5%) e Irlanda (+5,1%). Le analisi Areté mostrano come l’offerta, già strutturalmente rallentata dalle politiche ambientali Ue di riduzione delle emissioni, risenta anche di costi di produzione elevati e della diffusione, nei Paesi Ue, di zoonosi come bluetongue e afta epizootica.
Il caffè continua a macinare record
La compagnia brasiliana di fornitura del caffè, denominata Conab (Companhia nacional de abastecimento) ha rivisto le proprie stime relative alla produzione nazionale di caffè per la campagna 2025/26: per la miscela Arabica, 36,98 milioni di sacchi, ovvero -6,6% rispetto alla campagna 24/25 (ma siamo a +6,6% rispetto alla previsione di gennaio); per la miscela Robusta, 18,70 milioni di sacchi, +27,9 % rispetto a un anno fa (con un +9,2% rispetto alla previsione di gennaio). Il totale è pari a 55,68 milioni di sacchi, +2,7% rispetto al 2024/25 (+7,5% rispetto alla previsione di gennaio). Malgrado le stime siano complessivamente incoraggianti, i prezzi del caffè restano su livelli ancora elevati. Ad aprile 2025, fanno notare gli esperti di Aretè, arabica e robusta quotano, rispettivamente, +70% e +30% rispetto ad aprile 2024. Non si intravedono cali all’orizzonte.