Pensioni, quota 100 al via. Raffica di domande

Ecco cosa fare per andare in pensione. Tfr anticipato agli statali fino a 30mila euro

Il calcolo della pensione

Il calcolo della pensione

Al via da ieri le domande per quota 100 e per gli altri canali di uscita (dall’Ape social all’anticipo precoci, all’opzione donna) lanciati o prorogati con il decretone pensioni/reddito. E, in serata, alla fine della prima giornata di raccolta dei moduli online e di quelli presentati attraverso i patronati e gli altri intermediari, si è subito arrivati a quota 1.500-2000 richieste, se si considerano non solo quelle di quota 100 ma anche quelle per le altre formule. Dall’Inps, infatti, hanno provveduto a mettere online la procedura di invio delle istanze attraverso internet anche prima della consueta e attesa circolare esplicativa. Soddisfatti i registi dell’operazione (il vicepremier Matteo Salvini e i due sottosegretari al Lavoro e all’Economia, Claudio Durigon e Massimo Garvaglia). Al punto che il leader leghista non esita a lanciare il prossimo obiettivo: «Quota 41», ovvero la possibilità di andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età una volta che si siano raggiunti 41 anni di contributi. La misura è stata esclusa quest’anno perché molto costosa.

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SCHEDA / Domande e risposte sulla riforma

FOCUS / Come presentare la richiesta

«Quota 41 – ha detto Salvini – è il prossimo obiettivo: questa è solo la prima di cinque manovre che puntano tutto sugli italiani. Abbiamo messo un primo mattone sulla Fornero». Per aggiungere che nel prossimo triennio i pensionati che usciranno con le nuove regole (quindi in anticipo rispetto a quelle della legge Fornero) saranno un milione, oltre un terzo dei quali (350.000) donne. Dunque, in attesa delle ulteriori aperture, sono stati invece aperti o riaperti tutti i canali contemplati dal decreto. Da quota 100 all’Ape social, passando per l’anticipo precoci e opzione donna. Con un’avvertenza per i dipendenti pubblici: se vogliono uscire il primo agosto devono fare domande di collocamento a riposo all’amministrazione di appartenenza entro il 31 gennaio. Mentre per quel che riguarda la liquidazione, che si potrà ottenere in via anticipata fino a 30 mila euro, il sottosegretario Garavaglia ha spiegato che si punta ad innalzare il livello: «Vedremo se in sede di conversione si potrà alzare».

COME FARE RICHIESTA

Il cittadino in possesso delle credenziali di accesso (il Pin rilasciato dallo stesso Inps, lo Spid o la Carta nazionale dei servizi) può compilare e inviare la domanda di pensione disponibile fra i servizi on line, sul sito www.inps.it, nella sezione «Domanda pensione». Una volta effettuato l’accesso e scelta l’opzione ‘Nuova domanda’, occorre selezionare il tipo di pensione prescelta. Per chi non può, o non vuole, presentare domanda online ci si può comunque rivolgere ai patronati e agli altri soggetti abilitati oppure ai servizi del Contact center.

OPZIONE DONNA

Si riapre anche il canale di opzione donna. Possono utilizzare questa via (uscita anticipata ma pensione ricalcolata con il metodo contributivo, con una penalizzazione tra il 20 e il 25 per cento) le donne dipendenti con almeno 58 anni e quelle autonome con almeno 59 purché abbiano almeno 35 anni di contributi. Si applica una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome. In sostanza, per le dipendenti sarà possibile lasciare il lavoro con 59 anni e per le autonome con 61 anni e sei mesi.

APE SOCIAL E PRECOCI

Si sono riaperti anche i canali dell’Ape social e dell’anticipo per i precoci. La prima via di uscita si può ottenere dai 63 anni per coloro che si trovano in condizioni di disagio: disoccupati, coloro che assistono familiari disabili, persone con invalidità pari almeno al 74% e chi svolge lavori gravosi (operai edili, autisti di gru e macchine per l’edilizia, conciatori, e così via). I lavoratori precoci possono accedere alla quota 41, a patto che prima dei 19 anni abbiano lavorato per almeno 12 mesi e che rientrino nelle categorie disagiate indicate.

REQUISITI PER I PRIVATI

I lavoratori privati potranno andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi dal primo aprile se si sono raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre 2018: ugualmente potrà utilizzare la via d’uscita anche chi ha requisiti più elevati. Chi li raggiungerà dopo, potrà andare via tre mesi più tardi: la finestra è di tre mesi ed è mobile. E’ previsto il divieto di cumulo oltre i 5 mila euro. La soluzione è sperimentale per tre anni, dal 2019 al 2021. Ma chi matura i requisiti nel triennio potrà andare via anche successivamente.

NEL PUBBLICO

I lavoratori pubblici potranno andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi, ma dovranno aspettare il primo agosto per l’uscita effettiva: sono previste finestre di 6 mesi con un preavviso di 6 mesi. Finestre e preavviso possono essere contestuali o disgiunti, nel qual caso i tempi del pensionamento si allungano. I lavoratori della scuola potranno andare via dal 1 settembre. Per tutti la liquidazione arriverà a rate, anche se si potranno ottenere subito fino a 30mila euro con prestiti bancari coperti dallo Stato.

L'USCITA ANTICIPATA

Con il decreto operativo si torna alle vecchie soglie anche per la pensione anticipata, che si può ottenere a prescindere dall’età: dunque non c’è più l’aumento di 5 mesi legato alla speranza di vita scattato dal primo gennaio scorso. Ci si ferma a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10mesi per le donne. Il decreto approvato, però, ha riportato indietro i requisiti per la pensione anticipata, ma aggiungendo una finestra trimestrale. Il risultato è che lo sconto si ridurrà a due mesi.

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