Quattro streghe spaventano le Borse mondiali

Richiamo del ’falco’ della Fed: mercati in allarme. In rosso le principali piazze europee: Milano a -1,9%

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di Elena Comelli

Chiusura di settimana in deciso ribasso per le Borse, spaventate dalle "quattro streghe" e da una Wall Street che viaggia in retromarcia dopo le dichiarazioni da "falco" del presidente della Fed di St. Louis, James Bullard. In un’intervista alla Cnbc il banchiere ha spiegato che l’inclinazione da "falco" della Fed è dovuta al fatto che l’economia si è comportata meglio del previsto quest’anno e che anche l’inflazione è "più forte delle attese". Così le Borse europee sono andate a rotoli, con Milano in testa a -1,92% e le altre a seguire.

A creare ulteriore scompiglio hanno contribuito le "quattro streghe": come sempre nel terzo venerdì del mese scadono le opzioni sugli indici, quelle sui singoli titoli, i futures sugli indici e sui singoli titoli, influenzando l’andamento di tutta la giornata. Gli investitori dovranno decidere la propria strategia per rinnovare le opzioni, tenendo conto delle indicazioni date nei giorni scorsi dalla Fed, che ha aperto a un possibile rialzo dei tassi di interesse prima del previsto, ossia nel 2023. Oltre alla volatilità, quello che aumenta sempre per un effetto meccanico è il volume degli scambi, perché i contratti sui derivati che sono in utile vengono regolati in automatico, facendo salire i volumi senza bisogno che chi li detiene invii indicazioni al mercato. Sia che si tratti di posizioni al rialzo o al ribasso, vengono chiuse in automatico se sono in guadagno e chi le detiene incassa. Poi deve decidere se accontentarsi o prendere nuovamente posizione. Dopo la settimana delle quattro streghe, i principali indici di Wall Street, a partire dallo S&P 500, tendono storicamente a declinare, forse per l’esaurimento della domanda di azioni a breve termine.

Nel caso di ieri, il dato più significativo è stata la spettacolare corsa a posteggiare la liquidità presso la Fed. In nottata, la banca centrale americana ha assorbito con i reverse repo ben 756 miliardi di dollari (quasi 300 in più dell’operazione precedente), in arrivo da 70 operatori: la liquidità è così ampia che nessuno sa che farsene, ma la Fed si è piegata a riconoscere un rendimento dello 0,05% per contrastare la discesa dei tassi in terreno negativo. È l’oro la grande vittima della svolta della Fed. I prezzi del metallo giallo sono crollati del 5% in due sedute in seguito ai commenti della Fed.

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