Martedì 15 Luglio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Quando il lavoro mette in crisi la salute mentale e la famiglia

Una ricerca scientifica realizzata da Stimulus Italia by TELUS Health, Università di Bologna e Università di Palermo mette in evidenza come tre persone su 10 manifestano segni di stress cronico o di carichi lavorativi elevati

Stress da lavoro e salute mentale, tre persone su dieci soffrono

Stress da lavoro e salute mentale, tre persone su dieci soffrono

Roma, 17 giugno 2025 – Tornare a casa stanchi dopo il lavoro. Non riuscire a conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro. Aver bisogno di “recuperare” psicologicamente e fisicamente una volta finito il proprio lavoro.

Il 29% dei professionisti e delle professioniste italiane, intervistate da Università di Bologna e Università di Palermo, nell’ambito della ricerca “Le dimensioni psicosociali del benessere mentale”, ha ammesso di provare spesso (24%) o sempre (5%) il bisogno di recuperare fisicamente e mentalmente dopo il lavoro. In breve, quasi 3 persone su 10 manifestano segni di stress cronico o di carichi lavorativi elevati.

I dati sono tratti da “Le dimensioni psicosociali del benessere mentale”, un progetto di ricerca avviato nel 2024, a cura di Stimulus Italia by TELUS Health, Università di Bologna e Università di Palermo, e tuttora in corso. Lo studio è stato realizzato con un campione di 8572 risposte: è il più alto numero di interviste realizzate in Italia ed è la prima volta che si applica, sul territorio nazionale, il modello di analisi Job Demands-Resources.

Secondo quanto emerso dalla ricerca, il senso di fatica, fisica e psicologica, al termine di una giornata di lavoro è solo una delle spie di un benessere complessivo a rischio in molti contesti professionali. Alla domanda “Quanto spesso sente il bisogno di recuperare fisicamente e mentalmente al termine della giornata lavorativa?”, il 24% risponde “spesso”; il 5% “sempre”, ma c’è anche un 57% che ammette di sentirsi stanco “qualche volta” e solo il 13% dice “mai”. È uno stress che influenza in modo ampio la vita delle persone, come conferma un altro dato: il 23% degli intervistati sente in modo rilevante un conflitto tra il lavoro e la famiglia. In altri termini: molti italiani e italiane lavorano troppo, tornano a casa troppo stanchi, hanno difficoltà a bilanciare esigenze professionali, vita privata, bisogni dei propri cari.

Se il rischio di burn out è dietro l’angolo, si nasconde, poi, un’insidia più sottile: il quiet quitting e la perdita di motivazione. Il 28%, alla domanda “Sono d’accordo con l’affermazione: svolgo solo il minimo indispensabile richiesto nel mio lavoro” non risponde né sì né no, suggerendo una potenziale area grigia di disimpegno silenzioso.

Osserva Diego Scarselli, Operations Manager Stimulus Italia by TELUS Health: “I nostri dati confermano che, in molte imprese italiane, i fenomeni emergenti di disimpegno silenzioso e esaurimento psicofisico sono più consistenti quando mancano azioni sistemiche, nel contesto di lavoro, sul benessere. Si può iniziare con l’offrire il supporto psicologico – come fanno, con Stimulus Italia by TELUS Health, 150 aziende italiane -, ma si deve poi proseguire con progetti più ampi, che coinvolgano tutta l’organizzazione”.

La ricerca “Le dimensioni psicosociali del benessere mentale”, a cura di Stimulus Italia by TELUS Health, Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e al Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell'Università degli Studi di Palermo, vedrà una nuova edizione alla fine dell’anno, con i dati del 2025.