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Il Putin degli ultimi anni comprende solo un linguaggio di potenza. Per questo serve di più contro il Cremlino per fermare l’offensiva militare contro l’Ucraina e spingere la Russia alla trattativa. Ma cosa? Le Cancellerie stanno valutando varie ipotesi, ecco quelle più accreditate. ESTENSIONE DELLE SANZIONI Tra le ipotesi quella di colpire altre banche, bloccare completamente l’export di attrezzature per l’industria petrolifera e ogni tipo di prodotto ad alta tecnologia, compresi computer, server e batterie, e di incentivare la chiusura delle sedi russe di aziende occidentali e il commercio di prodotti occidentali, prevedendo incentivi fiscali per le aziende che si ritirano dal mercato russo. Tra gli obiettivi colpire l’occupazione in Russia. Solo la già annunciata chiusura di Ikea, che in Russia ha 17 superstore, provocherà 15 mila licenziamenti diretti. La perdita di posti di lavoro, che sarebbe temporanea ma immediatamente efficace, accrescerebbe la pressione popolare contro il Cremlino. TAGLIO DELL’IMPORT DI GAS RUSSO Colpire l’export di gas è una arma potenziale, ma dannosa anche per chi lo importa. La comunità internazionale sta però lavorando a un pacchetto ‘ragionevole’ ma significativo. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) sarebbe possibile tagliare di un terzo l’export di gas – 50/60 BCM (miliardi di metri cubi) su 155 BCM importati in Europa – in un solo anno, a costi accettabili. Ecco gl interventi ipotizzati da Aiea: non sottoscrivere nessun nuovo contratto di fornitura di gas con la Russia; diversificare le forniture di gas; introdurre obblighi minimi di stoccaggio del gas per rafforzare la resilienza del mercato; nuovi progetti eolici e solari; massimizzare la produzione da fonti esistenti a basse emissioni come bioenergia e nucleare; velocizzare la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore; accelerare i miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria; incoraggiare una regolazione temporanea del termostato da parte dei ...
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