Pochi giorni ancora, poi, dal primo luglio, professionisti e imprese saranno chiamati a un nuovo passo obbligato verso l’uso del Pos come strumento di pagamento elettronico per i loro clienti. In correlazione con la riduzione del tetto per l’utilizzo del contante (da 3 mila e 2 mila euro), i professionisti saranno obbligati (con la minaccia di sanzioni) e insieme incentivati (con la previsione di un credito di imposta) a farsi remunerare solo con carte di credito, bancomat e altri mezzi elettronici.
E così, mentre il governo si appresta a chiedere un nuovo sfondamento da 15 miliardi di euro da utilizzare per finanziare una prima tranche di nuove misure fiscali (da possibili, minimali tagli dell’Iva a sforbiciate sul cuneo fiscale e contributivo, ma soprattutto per ammortizzatori sociali e comuni) e mentre in commissione Finanze alla Camera si moltiplicano gli emendamenti dei relatori al decreto Rilancio, quel che è certo è che entro pochi giorni scatterà un nuovo giro di vite in chiave anti-evasione.
La misura risale a un decreto legge pre-Coronavirus e prevede innanzitutto, in chiave incentivante, che i costi a carico di professionisti (singoli e associati) e imprese sulle transazioni elettroniche tracciabili diventino un bonus fiscale pari al 30% di quanto addebitato per spese bancarie. La disposizione vale per i contribuenti che nell’anno precedente abbiano realizzato ricavi o compensi fino a 400 mila euro, indipendentemente dal regime di contabilità adottato e dalla tipologia giuridica scelta per l’esercizio dell’attività.
L’agevolazione, pari al 30% delle commissioni e dei costi fissi addebitati per le transazioni effettuate attraverso l’utilizzo di carte di credito a decorrere dal 1° luglio 2020, sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione a decorrere dal mese successivo a quello delle spese.
Sul versante sanzionatorio, invece, la mancata accettazione del pagamento elettronico potrà comportare l’applicazione di una sanzione, a carico del professionista e dell’impresa, per un valore fisso pari a 30 euro con l’aggiunta del 4% del valore della transazione rifiutata. Ma perché scatti la "pena" è richiesta la denuncia del consumatore e il successivo accertamento degli organi competenti con la remissione di tutti gli atti al Prefetto competente per territorio.
Alla Camera, nel frattempo, in commissione Bilancio è approdato, come accennato, il primo pacchetto di emendamenti al decreto Rilancio: si va dall’introduzione per i mesi di aprile e maggio 2020 di un bonus di 600 euro al mese per i caregiver familiari alla sospensione dei protesti fino al 31 dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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