Mercoledì 24 Aprile 2024

Perché il prezzo del gas si abbassa e le bollette aumentano (ancora). E quando caleranno

Effetto crisi climatica sui costi delle materie prime. Ma i consumatori devono attendere ancora per notare una diminuzione nelle spese

Il prezzo europeo del gas sprofonda, zavorrato dalle alte temperature, che hanno consentito all'Europa di tagliare i consumi di metano e di mantenere le scorte oltre l'80%, ben al di sopra della media storica del periodo. Oggi, 4 gennaio 2023, le quotazioni sul mercato di Amsterdam sono scese sotto i 65 euro al megawattora, ai minimi dal 7 dicembre 2021: siamo a un quinto rispetto al picco storico di 339 euro al megawattora, toccato lo scorso 26 agosto, e a meno della metà rispetto alla prima settimana di dicembre, quando il valore del metano sulla piattaforma olandese si aggirava ancora attorno ai 135 euro al megawattora.

E le bollette?

La crisi del clima, alla base delle temperature insolitamente alte, ruba così alla guerra del gas scatenata da Vladimir Putin contro l'Europa il suo alleato più prezioso: il generale inverno. Il caro bollette, però, continua. Perché in un momento in cui il prezzo del gas scende, ci troviamo a pagare di più? Perché il meccanismo di calcolo è retrospettivo. In pratica, c’è uno scarto temporale tra la variazione di prezzo della materia prima e il momento in cui arriva nella bolletta del consumatore. Per quanto riguarda gli aumenti annunciati all'inizio di gennaio, quello che arriva in bolletta è l'aumento del prezzo medio del gas a dicembre rispetto a novembre 2022, che è stato appunto del 23,3%.

Un concetto ribadito dal presidente dell’Autorità per l’energia, Stefano Besseghini: "L'aggiornamento della bolletta del gas per le famiglie ancora in tutela è un dato retrospettivo. Stiamo guardando indietro a quello che è successo nel mese di dicembre. Nella prima metà del mese i prezzi erano relativamente alti, intorno ai 130-135 euro a megawattora, mentre nella seconda metà di dicembre c'è stato un crollo significativo, complice il clima e l'effetto degli stoccaggi più pieni del previsto, insieme a una percezione diversa della capacità dell'Europa di lavorare su questo settore". A far lievitare i rincari dell’ultimo mese dell’anno fino al 23,3%, spiega dunque Arera, "sono state proprio le quotazioni elevate del gas nelle prime settimane di dicembre". Ecco perché il prezzo della materia prima gas a dicembre, per i clienti in regime di tutela, è di 116,6 euro al megawattora, contro i 91,2 euro di novembre.

Cosa ci attende nell'immediato futuro

È prematuro fare delle proiezioni sui prossimi mesi per chi è in regime di tutela, cioè circa 7 milioni di italiani, il 36% delle utenze domestiche, ma è probabile che se i prezzi sul mercato del gas continuano a restare bassi, questo si ripercuoterà sul prossimo aggiornamento mensile delle tariffe. Lo stesso Besseghini ha confermato: "È presumibile che se i prezzi" sul mercato "si dovessero mantenere sui livelli attuali, il mese di gennaio farà registrare una diminuzione delle tariffe in bolletta. Questo perché abbiamo introdotto a luglio un nuovo metodo che aggiorna mensilmente le tariffe, calcolando la media dei 30 giorni precedenti sulla componente gas, a copertura dei costi di approvvigionamento. Prima questo avveniva su base trimestrale per cui l'impatto sul cliente non era immediato. Possiamo guardare al resto dell'inverno con uno sguardo più positivo, grazie anche alle alte temperature e agli stoccaggi più elevati del previsto".

Per chi invece è già sul mercato libero, ovvero per circa 13 milioni di utenze (il 64% delle famiglie), le variabili sono diverse, ma anche per molti di questi contratti si dovrebbe andare verso una riduzione delle tariffe. Se la tendenza dovesse cambiare, però, cambieranno anche i prezzi, c'è da starne certi. Un rialzo dei prezzi dell’energia, in realtà, è già previsto. Arriverà a fine marzo, quando sulle bollette del gas torneranno gli oneri di sistema, al momento azzerati. Se il governo Meloni non dovesse riproporre la misura introdotta da Draghi, accadrebbe ciò che è già accaduto con i carburanti, il cui costo alla pompa è aumentato per la fine del taglio delle accise, deciso dal governo per mancanza di fondi. Gli effetti sono già evidenti: il diesel nelle scorse ore ha superato i 2 euro al litro e la benzina segue la scia sfiorando gli 1,95 euro al litro.

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