Mercoledì 24 Aprile 2024

Il prezzo del gas, la rotta delle navi Usa e il gennaio da brivido. "È allarme rosso"

Intervista a Gabriele Masini della rivista specializzata "Staffetta quotidiana": "Le metaniere statunitensi hanno cambiato rotta, attirate dalle quotazioni record europee. Ma non ci salveranno"

Roma, 28 dicembre 2021 - Prezzo del gas: dai record a un calo, nelle ultime ore. Cosa c'entrano le metaniere Usa cariche di Gnl (gas naturale liquefatto) che stanno arrivando in Europa, dopo aver deviato la rotta, perché le aspettavano in Asia, attirate proprio dalle quotazioni stellari? Insomma cosa dobbiamo aspettarci mentre ci prepariamo a ricevere le bollette di gennaio, che si annunciano come la vera 'botta'?

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"La notizia può essere valutata dal mercato come un segnale al ribasso", chiarisce Gabriele Masini, direttore della rivista specializzata "Staffetta quotidiana".  Non è la prima volta che i suoi analisti scrivono di navi dai percorsi tortuosi e infiniti - il Financial Times ha pubblicato un'animazione grafica che risulta quasi comica -, contraltare a un principio netto e antico come il mondo: la merce, il gas in questo caso, "va a chi mi paga di più. Gli altri saltano un giro", riassume Masini.

La notizia delle metaniere in viaggio è stata caricata di grande enfasi. Quasi fosse un nuovo sbarco.

"Perché la situazione è gravissima, da allarme rosso. Un mese fa alcuni produttori di acciaio mi dicevano di essere costretti a riprogrammare i turni per ridurre la produzione. In questo momento usare prodotti energetici ha costi proibitivi. E sono in grandissima difficoltà anche le industrie di vetro, ceramica, metalli".

Come se ne esce?

"Il ministro Cingolani non ha torto: dobbiamo tornare ad estrarre il gas. Anche perché nel caso delle metaniere Usa parliamo di quantitià molto piccole. L'effetto è più psicologico".

Qualche cifra.

"L'Italia consuma 70 miliardi di metri cubi all'anno, 350-380 in tutta Europa; ogni nave ne porta 120 milioni. Sono venti-trenta metaniere in viaggio, ma la destinazione non è il nostro Paese, è tutto il vecchio continente".

Seguendo la rotta del miglior offerente.

"Si chiama clausola di cambio destinazione. Sono operatori privati, operano secondo regole commerciali. Chi mi paga di più ha il gas, gli altri saltano un giro. Spesso i contratti di acquisto prevedono questa regola, se qualcuno mi offre un prezzo più alto, la nave può cambiare rotta. Il compratore di solito ha vantaggi economici da questo accordo...".

Però rischia di perdere il carico...

"E se l'Asia rialza i prezzi, rischiamo di perderlo anche noi Europa".

Alla fine ha ragione Cingolani?

"Non ha torto. Anche perché il metodo di estrazione negli Usa, il tracking, è di grande impatto ambientale. Giusto un anno fa, a novembre 2020, la più grande società energetica francese decise di non firmare un contratto con un operatore americano dopo una campagna politica e giornalistica che aveva sollevato il problema. In questo momento siamo sotto ricatto. Invece il gas dovremmo estrarlo noi e ricominciare a fare contratti di lungo periodo, che abbiamo lasciato scadere".

E come mai? "Perché ti legano mani e piedi al tuo fornitore, paghi lo stesso anche se consumi meno, certe clausole sono vessatorie. Ma devi trattare politicamente e programmare bene".