Giovedì 25 Aprile 2024

La svolta nei prezzi dei voli: ecco cosa ci attende. "Aerei quasi gratis? Stagione finita"

Il presidente dell’Enac: "C’è voglia di volare, le compagnie non hanno più bisogno di biglietti stracciati"

Terminal pieni di turisti in partenza per le vacanze (Ansa)

Terminal pieni di turisti in partenza per le vacanze (Ansa)

«Ryanair e le altre compagnie low cost sono grandi abbastanza da potersi permettere di ritoccare i prezzi e co ntenere, così, gli effetti del caro carburanti. Il terremoto che in tanti hanno paventato non ci sarà: dopo le secche della pandemia, la gente ha voglia di volare". Per il presidente di Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), Pierluigi Di Palma, la notizia dell’addio di Ryanair ai voli a 10 euro è l’occasione per riflettere su passato, presente e futuro dell’aviazione civile: un settore, dice, "in cui tutto cambia vorticosamente".

Presidente Di Palma, è la fine di un’epoca?

"La definirei, piuttosto, l’inizio di una nuova fase nel ciclo di vita delle compagnie low cost".

In che senso?

"Il loro modello di sviluppo è legato a doppio filo alla liberalizzazione del trasporto aereo sul mercato europeo, introdotta a metà degli anni Novanta. Si sono aperti nuovi spazi per i vettori low cost, che hanno colonizzato i cosiddetti ‘aeroporti secondari’ (in Italia, ad esempio, Alghero e Trieste), essendo gli hub principali ‘blindati’ dai preesistenti operatori nazionali".

Una debolezza trasformata in opportunità?

"In un certo senso sì, perché i territori hanno guardato con interesse al potenziale di questi voli: ad esempio, i voli per Alghero avrebbero consentito a un numero fino ad allora impensabile di inglesi di conoscere la Sardegna. L’Unione europea, dal canto suo, ha guardato con disattenzione alla crescita tumultuosa di queste compagnie, che si sono avvalse – legittimamente - di minori restrizioni e vincoli rispetto alle compagnie di bandiera. Tutto ciò è durato fino allo scoppio dell’epidemia da Covid-19".

Cos’è cambiato con la pandemia?

"Contrariamente ad alcune previsioni, le dinamiche di liberalizzazione hanno subito un’ulteriore accelerazione: ha vinto, dunque, chi ha saputo accaparrarsi più passeggeri dopo la lunga stasi degli ultimi due anni. Il ‘load factor’ (il rapporto tra passeggeri trasportati e posti offerti, indicatore della capacità di assorbimento di un aereo, ndr) è progressivamente cresciuto, la gente desidera volare. Le compagnie low cost, dunque, non hanno più bisogno di puntare sui prezzi stracciati per riempire i propri jet".

Resta il fatto che Ryanair ha saputo trasformare un mezzo d’élite come l’aereo in un’opportunità alla portata di tutti.

"Dietro il suo enorme successo ci sono stati i giovani, più abili nel cercare e acquistare i biglietti online. Si ricorda? Prima delle low cost, per comprare un biglietto ci si doveva necessariamente recare in agenzia viaggi. Certo, hanno influito anche la percezione di sicurezza e la puntualità, requisito necessario per l’abbattimento dei costi sistematicamente operato da queste compagnie"

O’Leary dice che le persone continueranno a viaggiare nonostante i rincari. È d’accordo? "Sì, in primis perché non si tratta, per ora, di rincari tali da scoraggiare i programmi di viaggio. Le nostre previsioni parlano anzi di un aumento del traffico aereo, nei prossimi vent’anni, dagli attuali 4 a 8 miliardi di persone: per questo stiamo lavorando senza sosta al piano nazionale degli aeroporti, che conterrà la nostra idea del sistema aeroportuale futuro".

Che aspetto avrà?

"Quello di una rete, in cui gli aeroporti potenzieranno i servizi offerti senza farsi concorrenza fra loro. Intendiamo rafforzare l’integrazione aereo-treno e, grazie all’innovazione tecnologica e all’elettrificazione, favorire quella riconciliazione tra tutela ambientale e trasporto aereo che stiamo già, da tempo, perseguendo"..