Giovedì 18 Aprile 2024

Caro bollette, prezzi tutelati e taglio delle accise. Ma lo scudo anti rincari slitta

Il governo italiano prende tempo, l’Unione europea fa lo stesso. In arrivo tra i 10 e i 25 miliardi di euro

C’è bisogno ancora di tempo. Il decreto contro il caro bollette non arriverà questa settimana. Fonti di governo spiegano che la volontà politica esiste, così come i margini di manovra contabili. Si sono anche intensificati i contatti fra il presidente del Consiglio in carica, Mario Draghi, e quello in pectore, Giorgia Meloni. L’obiettivo minimo è di arrivare a un decreto scritto a quattro mani e concordato con i leader politici della maggioranza uscita dalle urne entro il 15 ottobre, ultimo giorno utile per prorogare il taglio di 30 centesimi sui prezzi dei carburanti. E, in ogni caso, in tempo utile per conoscere i risultati del vertice dei capi di Stato europei sul tetto al prezzo del gas.

Il premier Draghi e il ministro Franco (Ansa)
Il premier Draghi e il ministro Franco (Ansa)

Nella bozza del comunicato finale circolata nelle ultime ore a Bruxelles c’è un impegno esplicito messo nero su bianco. Ma è improbabile che la decisione possa arrivare prima del vertice di Praga. In ogni caso, se le verifiche dei tecnici dovessero andare per le lunghe, il decreto sarà il primo atto formale del nuovo esecutivo. Del resto con le proteste ormai quotidiane nelle piazze e le imprese costrette a chiudere perché non riescono a pagare le bollette l’emergenza ha raggiunto livelli di allarme. Mentre cresce il pressing per una proroga del regime di prezzi tutelati oltre la scadenza del 31 dicembre. Altrimenti le bollette potrebbero ulteriormente raddoppiare rispetto al 60% già previsto per il quarto trimestre.

Più tranquilla la situazione sul versante degli approvvigionamenti nonostante il blocco dell forniture da parte di Gazprom. Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato che il livello degli stoccaggio ha raggiunto il 90%.

Ma la tensione resta invece alta per i prezzi, anche se ieri le quotazioni alla Borsa di Amsterdam si sono fermate a 170 euro a megawattora. Il pacchetto di misure allo studio del governo potrebbe attestarsi da un minimo di 10 miliardi (il tesoretto lasciato in eredità da Draghi) fino a un massimo di 25. Almeno 5, però, serviranno a finanziare il credito di imposta per le imprese energivore in scadenza a novembre. Analogo intervento anche per piccoli esercizi commerciali, bar e ristoranti. Un miliardo e mezzo sarà destinato a tagliare le accise su benzina e diesel fino a dicembre. Altri 3 miliardi, invece, saranno dirottati alla riedizione del bonus di 150 euro per pensionati e dipendenti con redditi fino 20mila euro. Ma la platea potrebbe diventare più ampia e comprendere gli autonomi. Prevista poi una moratoria di almeno sei mesi sulle bollette non pagate, sul modello di quella varata per prestiti e mutui durante il Covid: le aziende fornitrici non potranno procedere ai distacchi di luce e gas. Infine la questione delle garanzie sui debiti delle piccole medie imprese indebitate: in questo caso potrebbe essere coinvolta anche Sace.

Per ora il menu del tandem Meloni-Draghi si ferma qui. Si vedrà soprattutto quello che potrà essere deciso in sede europea. Nella bozza di comunicato che sarà sul tavolo del consiglio dei capi di Stato venerdì si legge testualmente che la commissione dovrà "proporre soluzioni praticabili per ridurre i prezzi attraverso un price cap sul gas". Il testo chiede di "accelerare i negoziati per partnership reciprocamente vantaggiose su sicurezza dell’approvvigionamento e riduzione dei prezzi". Ma la trattativa è ancora in corso e soprattutto resta da superare il veto tedesco a un tetto europeo a tutte le forniture di gas e non solo a quelle che arrivano dalla Russia.