Benzina, sconto dimezzato: quanto aumenteranno i prezzi

Il governo riduce le sovvenzioni sui carburanti. Effetto manovra, Codacons: "+6,1 euro a pieno"

Pompa di benzina

Pompa di benzina

Roma, 23 novembre 2022 - Dopo aver elargito 5 miliardi di euro dei contribuenti nella sovvenzione dei carburanti fossili, con i vari tagli di accise e Iva nel corso dell'anno, il governo frena e riduce le sovvenzioni. Nello specifico, per quanto riguarda la benzina le imposte passeranno dai 478,40 euro per mille litri, previsti fino al 30 novembre, a 578,40 euro per mille litri a partire dal primo dicembre e fino al termine dell'anno. Modifiche anche per oli da gas o gasolio da carburante: dai 367,40 euro per mille litri fino al 30 novembre si passerà a 467,40 euro per mille litri dal primo di dicembre fino alla fine del mese. Per gas di petrolio liquefatti (gpl) si passerà, invece, dai 182,61 euro per mille litri a novembre a 216,67 euro per mille litri a dicembre. Per quanto riguarda il gasolio usato come carburante dagli autotrasportatori, l'agevolazione è prevista solo per il mese di novembre e a dicembre arriva lo stop. Questi sono i provvedimenti contenuti nella manovra appena varata dal consiglio dei ministri lunedì 22 novembre.

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Quanto aumenteranno i prezzi?

Ma cosa significa nella pratica? Se oggi l'automobilista beneficia di uno sconto di 30,5 centesimi al distributore – grazie al taglio di 25 centesimi sul prezzo – a partire dal primo dicembre invece lo sconto sarà quasi della metà, di soli 18,3 centesimi. Alla notizia insorgono le associazioni dei consumatori. L'Unc parla di scelta kamikaze: "E' vero che ora i prezzi sono a livelli ragionevoli, peccato che lo siano grazie ai 30,5 cent in meno decretati da Draghi. Con la riduzione del taglio da 30,5 a 18,3 cent, 15 cent di accise e 3,3 cent di Iva, il prezzo della benzina in modalità self service, considerando gli ultimi dati settimanali del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, supererebbe quota 1,8 euro, arrivando vicino a 1,9 euro al litro, esattamente a 1,893 euro al litro, mentre il gasolio sfonderebbe addirittura la soglia dei 2 euro, raggiungendo i 2,035 euro al litro".

Le stime Codacons: +6,1 euro a pieno

Non tarda ad arrivare la reazione del Codacons, assolutamente contrario al taglio dei sussidi, che in tutti questi mesi hanno permesso di contenere il rialzo dei prezzi del carburante. Il presidente Carlo Rienzi sostiene: "Si tratta di una misura assurda che avrà effetti diretti e indiretti pesantissimi sulle tasche degli italiani. In primo luogo la riduzione del taglio delle accise provocherà un rialzo immediato dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa di 12,2 centesimi al litro e una maggiore spesa pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro annui a famiglia ipotizzando due pieni mensili di carburante, conto che sale al crescere dell’utilizzo dell’automobile da parte dei cittadini. In secondo luogo, fatto ancora più grave, l’abbassamento del taglio dell’accisa produrrà pesanti effetti indiretti, con un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati, considerato che l’85% della merce in Italia viaggia su gomma. Ci saranno quindi conseguenze negative sull’inflazione (che fa impennare anche gli importi delle multe) in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati".

In base a uno studio del centro di ricerca Bruegel, l'Italia è il secondo Paese dell'Unione europea che ha investito più fondi pubblici per proteggere i consumatori dall'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia. Al primo posto c'è la Germania, ma se si guarda all'impegno profuso in proporzione al Pil, l'esborso dell'Italia è stato ben più oneroso rispetto a quello di Berlino. I dati riguardano i finanziamenti stanziati nel periodo da settembre 2021 ad agosto 2022. Si tratta di un periodo che copre anche i mesi precedenti alla guerra in Ucraina, dato che i rincari sui mercati energetici e le relative misure dei governi Ue sono iniziati a partire dallo scorso autunno. Stando a quanto calcolato da Bruegel, nell'arco di un anno l'Italia ha stanziato complessivamente 49,5 miliardi di euro, una cifra pari al 2,8% del suo Pil. In Germania i finanziamenti sono stati i più alti dell'Ue in termini assoluti, pari a 60,2 miliardi di euro, ma l'impatto sul Pil è dell'1,7%. C'è poi la Francia, con 44,7 miliardi stanziati, pari all'1,8% del suo Pil. Al quarto posto, in termini assoluti, c'è la Spagna, con 27,3 miliardi (2,2% del Pil). Guardando ai dati raccolti da Bruegel, colpisce il caso dell'Olanda, tra i Paesi Ue più dipendenti dal gas e quindi più toccati dai rincari energetici: il governo del «frugale« Mark Rutte ha finora stanziato 6,2 miliardi, pari ad appena lo 0,7% del Pil. Sulla stessa scia dell'Olanda, anche altri Paesi frugali come la Svezia e la Finlandia. In fondo alla classifica c'è la Danimarca, con appena mezzo miliardo di sussidi.