Benzina, prezzi folli: il pieno è un salasso. Il taglio alle accise non basta più

Nei self ha superato i 2 euro al litro. Lo sconto scade l’8 luglio, il governo può solo rinnovarlo

Allarme rincari per benzina e gasolio

Allarme rincari per benzina e gasolio

Roma, 10 giugno 2022 - Una corsa senza freni. Fare un pieno di benzina costa sempre di più. Ieri, la super, è tornata stabilmente sopra dei due euro. Per la precisione, secondo i dati diffusi ieri con la consueta rilevazione di Quotidiano Energia sulla base dei dati comunicati dai gestori al Mise, 2,009 per i self service e 2,134 per il servito. Resta sotto questa soglia solo il diesel self service, 1,924 euro a litro.

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Ma per il "servito", anche il gasolio ha sfiorato la soglia dei due euro. Insomma, è di nuovo allarme prezzi, a ridosso dell’estate, quando i carburanti tornano notoriamente sotto pressione. E senza che sia scattato l’embargo sul petrolio russo, che diventerà operativo solo dal 2023. La verità è che è bastato il semplice annuncio per innescare una nuova spirale rialzista: ieri il brent veniva scambiato a oltre 123 dollari a barile. Tanto che, fra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia e Finanza, già si sta lavorando a un nuovo provvedimento per calmierare i listini. Per ora non c’è nulla di scritto, si stanno elaborando diverse ipotesi e, soprattutto, si pensa a un pacchetto complessivo da approvare entro fine mese che agisca sia sul fronte dei carburanti che su quello delle bollette di elettricità e luce.

L’ipotesi più probabile è che si vada ad una proroga del taglio delle accise di 25 centesimi in scadenza l’8 luglio prossimo, uno sconto che, considerando anche l’Iva si attesta sui 30,5 centesimi. Senza questa misura, il prezzo alla pompa reale avrebbe già superato i 2,30 centesimi. Anche al netto dei tradizionali rincari previsti durante l’esodo estivo. Una vera e propria stangata per i bilanci degli italiano. Dall’inizio della guerra, giusto per dare un metro di confronto, fare il pieno costa già 5 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. In media, circa 50 euro in più a bimestre sulla spesa delle famiglie. La proroga del taglio delle accise, al quale sta lavorando l’esecutivo, potrebbe scattare dal 9 luglio e arrivare almeno fino a settembre, per verificare poi l’andamento dei mercati. Ma non è escluso un provvedimento esteso fino al 31 dicembre, quando poi scatterà l’embargo al petrolio russo.

Ma anche così, difficilmente i carburanti potranno tornare sotto i due euro. Il pressing dei partiti per i nuovi sconti sulla benzina è già cominciato. Fra i primi a muoversi, il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha avuto un colloquio telefonico con il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Ma arriva anche, da parte del Pd, con la forma di un emendamento al Decreto Aiuti, la proposta di un tetto al prezzo dei carburanti per due mesi. L’idea è di arrivare presto ad un Dpcm, da varare entro due settimane dal varo definitivo del Dl, su proposta del Ministro della Transizione Ecologica e di concerto con quello dello Sviluppo Economico, che definisca "un prezzo massimo per la vendita dei carburanti".

Una mossa che molti osservatori definiscono però azzardata. Sia perché si interviene a gamba tesa su un mercato regolamentato e sia perché si dovrebbero prevedere forme di compensazione per le imprese che si occupano della produzione e distribuzione dei carburanti. "La proroga, anche se è costosa, è stata sicuramente un importante passo a favore delle famiglie e dei cittadini – spiega Romina Maurizi, direttrice del Quotidiano Energia e attenta osservatrice del mercato dei carburanti –. Oggi è davvero difficile prevedere quando si fermerà la corsa dei prezzi e a quale livello. C’è ancora tanta incertezza sul mercato, soprattutto a causa del conflitto in Ucraina".

Fino a oggi, il taglio delle accise varato il 22 marzo scorso, è già costato all’erario circa 3,5 miliardi. Mentre, l’eventuale proroga dal 9 luglio costerebbe 900 milioni al mese. È vero che parte delle risorse sarebbero coperte dall’aumento delle imposte determinato dal caro-prezzi e dagli extra-profitti delle compagnie petrolifere. Ma un eventuale tetto ai prezzi dovrebbe passare per le forche caudine di Bruxelles.