Sabato 20 Aprile 2024

Confindustria, previsioni choc: "E' emergenza nazionale, crescita zero nel 2023”

L'analisi del centro studi: Pil 2022 sopra le attese (+3,4%), ma l'economia italiana si è fermata da luglio

Francesca Mariotti, direttrice generale Confindustria

Francesca Mariotti, direttrice generale Confindustria

Roma, 8 ottobre 2022 – Dopo sei trimestri consecutivi di crescita e dopo aver superato i livelli pre-pandemia dell'1,3 per cento, facendo meglio di Francia, Germania e Spagna, l'economia italiana, già da luglio 2022, si è fermata. Così, dice l'analisi del centro studi di Confindustria sulle previsioni di autunno, sono i buoni risultati del primo semestre a far chiudere l'anno con un Pil del +3,4 per cento, superiore alle attese. Nel 2023, però, la crescita, stima l'associazione degli industriali, sarà pari a zero.

"Abbiamo di fronte uno scenario economico complesso, un po' fosco, zavorrante", le parole della direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti, presentando le previsioni economiche del centro studi. "Siamo alle porte dell'insediamento di un nuovo Governo che dovrà fare i conti con una vera emergenza nazionale che non riguarda più solo imprese e industria, riguarda tutti". "Interventi tamponi - ha sottolineato – non saranno sufficienti e neanche più tanto possibili: abbiamo una incertezza di tempi: quanto durerà? Certamente non poco. Una emorragia di risorse pubbliche non possiamo permettercela".

L'impatto dei rincari energetici sulle imprese

Ad abbattere le prospettive di crescita lo choc energetico, che farà scivolare l'economia in un fase di stagnazione. Il centro studi di Confindustria stima che «i costi energetici delle imprese italiane aumenteranno di 110 miliardi di euro nella media del 2022, per il totale economia e rispetto ai valori pre-pandemia». «L'incidenza dei costi energetici sul totale sale dunque da 4,6 per cento a 9,8 per cento, livelli insostenibili, ai quali corrisponde, nonostante un rialzo dei prezzi di vendita eterogeneo per settori, una profonda riduzione dei margini delle imprese», avvertono gli economisti di via dell'Astronomia. Il prezzo del gas frena la crescita, ma «se si riuscisse a imporre un tetto di 100 euro al prezzo, il Pil guadagnerebbe l'1,6 per cento nel biennio».

L'inflazione resterà su valori elevati: +4,5% nel 2023

Nel corso del 2022 l'inflazione ha raggiunto livelli record, salendo rapidamente fino al +8,9 per cento annuo a settembre "su valori che non si registravano dagli anni Ottanta e che resterà sugli attuali valori per tutta la parte finale dell'anno", ha evidenziato il centro studi di Confindustria. Nel corso di quest'anno si attesterà mediamente al +7,5 per cento (contro il +1,9 per cento nel 2021) e scenderà nel 2023, pur mantenendosi, però, ancora elevata, al +4,5 per cento in media, spiega ancora il centro studi, "per l'esaurirsi graduale dell'impatto del rincaro di petrolio e gas naturale sulla variazione dei prezzi al consumo energetici (calcolata sui 12 mesi)".

Gli effetti dell'aumento dei tassi  

"L'aumento dei tassi si è associato ad un aumento dello spread tra i titoli di Stato italiani e il Bund tedesco, che per il momento appare muoversi entro margini ragionevoli (+235 punti base a settembre). Ma sarà cruciale - avverte il centro studi di Confindustria - mantenerlo intorno a questi valori e ciò imporrà al prossimo Governo una politica di bilancio prudente (la recente crisi del Regno Unito, innescata da impegni eccessivi di spesa pubblica, è un caso di scuola esemplare) e un'implementazione efficiente del Pnrr". In caso contrario, rilevano gli economisti di via dell'Astronomia "l'Italia non potrebbe beneficiare dello scudo predisposto dalla Bce, che limiterebbe la risalita dei tassi sui BTpl e rischierebbe di veder salire enormemente la spesa per interessi sul debito, già aumentata, e i tassi sul credito, che ridurrebbero ulteriormente la competitività del nostro sistema Paese"

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