Prestiti e banche Cambiare passo è necessario

Bruno

Villois

Il Recovery fund latita e all’orizzonte appare o una soluzione pasticciata o un rinvio che, nonostante le grandi aperture di Bce a sostegno della liquidità, scatenerebbe il caos sui mercati finanziari europei. Con Piazza Affari, che è di piccole dimensioni, più penalizzata degli altri. Si prospetta un autunnoinverno caldissimo dal punto di vista sociale; glaciale dal punto di vista finanziario. Il merito creditizio, primo riferimento per la concessione del credito, al profilarsi di un aumento, anche minimo, di crediti deteriorati, diventerebbe spigoloso, sia in ragione di fondamentali aziendali non certo radiosi e molto diffusi, sia per la validità delle garanzie prestate. A ciò, si aggiungerebbe il nodo della compliance, che raccoglie al suo interno norme su lavoro e occupazione, antiriciclaggio e privacy, i cui modelli per farvi fronte sono assunti, nella gran parte delle pmi, all’acqua di rose se non addirittura inesistenti.

L’eccessivo numero di micro imprese, con fatturati ben sotto il milione di euro, necessiterebbe che governo e Parlamento, nel rispetto delle norme Ue, identificassero parametri valutativi di minor pressione sui rating bancari, allentando la compliance. Al punto in cui siamo, le ipotesi di rovinosa caduta con effetti disastrosi derivanti dai crediti deteriorati di un elevato numero di imprese è tutt’altro che irreale. Una temporanea riduzione degli effetti compensativi che dovrebbero essere assunti sulle patrimonializzazioni bancarie, soprattutto degli istituti minori (oltre 600), alimenterebbero un ulteriore rischio per il Paese. L’autunno è dietro l’angolo, agire in emergenza economica da codice rosso sarebbe drammatico; farlo ora sminuzzerebbe le ricadute negative sul Paese.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro