Giovedì 18 Aprile 2024

Pos obbligatorio, gli italiani preferiscono il contante. Arrivano le multe ai negozi senza

Da giovedì stretta sui commercianti che rifiutano le carte. App, QR code e contactless per accelerare la svolta

Pagamento POS

Pagamento POS

Milano, 27 giugno 2022 - Siamo un popolo amante del contante – per abitudine e qualche volta anche per non lasciare tracce agli occhi del Fisco – ma nonostante questa passione per il cash negli ultimi anni, sulla spinta delle nuove tecnologie e del boom dell’e-commerce durante la pandemia, sono aumentati i pagamenti con la moneta di plastica (bancomat e carte di credito e prepagate) e quelli digitali con lo smartphone che diventa un borsellino-elettronico. Così pagare il conto del supermercato, gli acquisti dello shopping anche online, i pedaggi e i parcheggi e i conti con le amministrazioni pubbliche (grazie a PagoPa e Io) nonché tutti i servizi come quelli, questa estate, di ristoranti, alberghi o stabilimenti balneari, è sempre più facile e digitale.

Pos obbligatorio dal 30 giugno, doppia sanzione per commercianti e professionisti

La cosiddetta cashless society – monetica e pagamenti digitali, fintech , sistemi abilitanti digitali come i servizi wi-fi, banda larga e Pos – coinvolge, secondo lo studio Cashless Revolution, 1.600 aziende e attiva 11,7 miliardi di fatturato con 21mila occupati. Nonostante questi numeri siano cresciuti a doppia cifra negli ultimi cinque anni, secondo Francesco Luongo, presidente di Consumers for digital payments (C4DIP) l’Italia resta nelle retrovie del ranking europeo. Ventiquattresima su 27 Paesi Ue nel Cashless Society Index.

Incentivare l’abbandono del contante – per cui il tetto di 1.000 euro è stato spostato al 1° gennaio 2023 e dallo scorso marzo si è tornati a quello di 2.000 – rientra negli obiettivi del governo che ha deciso di puntare anche sui pagamenti digitali per attuare il Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza). Così, messo nel cassetto perché troppo costoso per le casse dello Stato il Caskback – la restituzione di una percentuale sulle somme spese con la moneta elettronica – sono state anticipate al 30 giugno 2022 le sanzioni, inizialmente previste dal 1° gennaio 2023, per gli esercenti che rifiutano i pagamenti con carte di credito o di debito.

Già dal 2014 chi effettua attività di vendita di beni o servizi compresi i professionisti era tenuto ad accettare anche i pagamenti effettuati tramite carte di credito o di debito. Ma il non rispetto della legge non comportava sanzioni. E così l’uso dei Pos, le macchinette per i pagamenti con carte, è rimasto in parte disatteso anche perché i commercianti denunciavano – e non a torto – l’alto costo delle commissioni bancarie. Adesso, con il via da giovedì, chi non rispetta questo obbligo incorre nella sanzione di 30 euro a cui aggiungere una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato.

Intanto , comunque, i pagamenti digitali stanno crescendo e hanno raggiunto nel 2021 quota 327 miliardi (+22% sul 2020). Di questi più di un terzo (126,5 miliardi), rileva l’Osservatorio Innovative Payments della School of management del Politecnico di Milano, riguarda i pagamenti con carte contactless e oltre 7 miliardi quelli effettuati nei negozi tramite smartphone e altri oggetti indossabili.

Una modalità favorita dal lancio delle nuove app borsellino. Per pagare con le applicazioni Apple, Samsung e Google Pay si usano le carte di credito, di debito o prepagate emesse dalle banche o dagli istituti di pagamento. In pratica le carte vengono salvate sugli account e quindi di fatto sono inserite nello smartphone che diventa un borsellino elettronico che si può usare per gli acquisti online o in negozio attraverso il contactless o i QR code inquadrati dalla telecamera del telefonino. Ma esistono anche sistemi e app (come SatisPay, Hype, N26, Revolut, Nexi Pay, Bancomat Pay), che permettono di pagare gli acquisti nei negozi o al supermercato, ma anche il bollo auto o il parcheggio usando sia i tradizionali circuiti delle carte emesse dalla banca sia circuiti alternativi di pagamento.

Basta scaricare l’applicazione, impostare i dati e le disposizioni di sicurezza per avere disponibile, attraverso lo smartphone, un borsellino elettronico che si alimenta, secondo importi settimanali o mensili prestabiliti dal cliente, fornendo l’Iban del conto corrente o con un conto diretto della società che gestisce l’app, qualora operi come banca, o con una carta di credito di solito prepagata. E quasi sempre queste app permettono anche lo scambio diretto di denaro tra utenti.