Mercoledì 24 Aprile 2024

Pnrr, la Ue boccia i fondi agli stadi Firenze e Venezia: "Stop ingiusto"

Con lo stralcio, via libera alla terza tranche. L’Anci e i sindaci Nardella e Brugnaro chiedono una soluzione

Pnrr, la Ue boccia i fondi agli stadi  Firenze e Venezia: "Stop ingiusto"

Pnrr, la Ue boccia i fondi agli stadi Firenze e Venezia: "Stop ingiusto"

di Ilaria Ulivelli

Il no di Lady Pnrr manda all’inferno il Bosco dello sport di Venezia e il restyling dello stadio Franchi, a Firenze. Scatta l’aut aut della Commissione europea che aveva fatto suonare il campanello d’allarme un mese fa. Via i due stadi, ammonisce madame Céline Gauer, a capo della task force del Piano di riprese e resilienza Ue, o addio alla terza tranche da 19 miliardi per finanziare i progetti italiani. Interlocuzioni e riletture dei dossier consegnati per superare le criticità segnalate non bastano, il ministro per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, è costretto a mandar giù il boccone.

Ma ora cosa succederà? I due progetti verranno sepolti o il governo ci metterà una pezza? Lo abbiamo chiesto a Fitto, che ha lasciato una porta aperta: "Vedremo come procedere". Ci sarà un’attenta valutazione per trovare una via.

Parla di "danno grave e ingiusto per la città", il sindaco di Firenze Dario Nardella che però non si arrende e non ferma la gara per l’assegnazione dei lavori e bussa al governo, anche perché c’è in ballo la candidatura agli Europei 2032. A Venezia dallo "stupore" si passa presto all’attacco alla Ue, si tratta di una "decisione politica" che colpisce l’Italia. I due primi cittadini incassano il sostegno dell’Anci, il presidente Antonio Decaro, chiama in causa il governo per trovare le opportune soluzioni.

Ma intanto per il governo è la giornata del sollievo dopo aver rischiato di non incassare il terzo assegno (che dovrebbe arrivare i primi di maggio) proprio per i due progetti approvati con decreto ministeriale un anno fa (aprile 2022, con il vecchio governo). Il ministro Fitto fornirà a Bruxelles l’aggiornamento dei 55 obiettivi. Le opere escluse rimangono una ferita aperta. A Firenze si aspettavano 55 milioni per il restauro dello stadio di Pier Luigi Nervi per cui è stata completata la progettazione definitiva; il Bosco di Venezia, per varie opere connesse alla creazione di una cittadella dello sport nella zona di Tessera (ma non per lo stadio) contava su 93 milioni. Risorse irrisorie, rispetto ai 200 miliardi del Recovery, ma che non sarà semplice ottenere dal governo. Già che il mantra della premier Meloni è quello del rigore. Quei 140 milioni saranno "riprogrammati" nel percorso di una più complessiva rimodulazione del Piano, perché l’intenzione resta quella di "spendere bene e spendere tutto", come ribadisce il vicepremier, Matteo Salvini che su tutti i dossier ha fatto con Meloni un punto venerdì scorso.

Meloni punta al Pnrr come grande opportunità che il governo non si lascerà sfuggire, nonostante errori e ritardi che ha ereditato. Vedrà periodicamente entrambi i vicepremier per scambiare valutazioni sull’andamento del lavoro dell’esecutivo. Non solo Salvini, quindi, ma anche Antonio Tajani, che nel frattempo assicura che il governo "farà di tutto perché possa essere garantita la realizzazione" delle due opere bocciate da Bruxelles. "Spendere tutti i fondi messi a disposizione" dalla Ue ma con la giusta "flessibilità" dice il ministro degli Esteri, nel giorno in cui scoppia una nuova polemica con Crosettoche smentisce di aver detto: "Io prenderei solo i fondi che sono sicuro di spendere", mentre le opposizioni che parlano di un governo "in confusione".

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