Martedì 23 Aprile 2024

Pnrr, procedure e iter più snelli. Cosa prevede il nuovo decreto semplificazioni

I tempi per l'attuazione dei progetti sono stringenti, ecco perché il governo ha ridotto quelli della burocrazia. Decisa anche la governance

La premier Meloni presiede la riunione della cabina di regia sul Pnrr (Ansa)

La premier Meloni presiede la riunione della cabina di regia sul Pnrr (Ansa)

Roma, 25 febbraio 2023 - La pioggia di fondi arrivati dall’Unione Europea in relazione al Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non ha precedenti in termini di entità e di potenziale impatto sulla ripartenza dell’Italia nell’epoca post pandemica. Non ne ha sulla storia passata e probabilmente non ne avrà neanche in ottica futura. Dunque ora, a metà del guado, il nodo cruciale è senza dubbio quello di sfruttare al meglio ogni stanziamento finito nelle casse del Paese: tema scivolosissimo, soprattutto alle nostre latitudini, dove quando si parla dell’impiego dei fondi pubblici, le incognite rischiano di essere ben maggiori rispetto alle certezze. A rendere ancora più stringente la questione c’è poi il vincolo temporale, che a oggi prevede come data ultima per la realizzazione dei progetti il 31 dicembre 2026.

L'intervento del Governo Meloni

Garantire fluidità alle procedure è quindi essenziale, ragion per cui a Palazzo Chigi è stata varato un terzo decreto che punta a semplificare il più possibile gli inter che portano all’avvio dei cantieri. Si tratta del primo intervento in questo settore da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che segue i due firmati dal suo predecessore Mario Draghi.

Tempi più stretti per la burocrazia

Uno dei punti dolenti del ‘sistema Italia’ è da sempre quello dei tempi di affidamento degli appalti. In quest’ottica le nuove disposizioni prevedono di riconoscere l’iter più semplificato (attualmente previsto per esempio nei comparti dell’edilizia ferroviaria, giudiziaria o penitenziaria) a tutte le opere oggetto del Pnrr, comprese quelle legate alle infrastrutture ad esse collegate. L’affidamento dei contratti pubblici potrà avvenire anche solo sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Documenti, pareri e istanze verranno trasmessi in via telematica e i tempi a disposizione per le determine degli enti coinvolti in eventuali richieste di pareri scendono da 60 a 30 giorni (con l’eccezione delle materie paesaggistiche, ambientali, culturali e legate alla tutela della salute, che sono invece stati fissati in via intermedia a 45 giorni).

Il ruolo della Soprintendenza

Che l’Italia sia un museo a cielo aperto è un dato inconfutabile. Lo è purtroppo anche il fatto che la storia urbanistica del nostro Paese è colma di interventi più che contestati nell’ottica dell’impatto esercitato sul territorio. Legittimo dunque che in specifici contesti prima di avviare i lavori venga coinvolta la Soprintendenza. Nel caso del Pnrr però il quadro viene modificato, perché a seguire gli iter non saranno, come accade di regola, gli uffici delle Belle Arti, dell’Archeologia e del Paesaggio, quanto piuttosto una sezione speciale incaricata di seguire soltanto questo genere di interventi.

Fonti energetiche rinnovabili

Quando si tratta di mettere mano a interventi che rendano più efficienti gli edifici vincolati (a partire per esempio da quelli che si trovano nei centri storici, ma non solo), parlare di installazione di impianti fotovoltaici spesso si traduce in camminate da effettuare in punta di piedi in mezzo alla cristalleria. Il nuovo decreto prevede però una semplificazione anche riguardo a questo aspetto grazie all’introduzione della norma del silenzio assenso misurato nell’arco di 45 giorni dal momento della presentazione della richiesta. Procedure semplificate anche in materia di ‘idrogeno verde’, quello prodotto attraverso le fonti energetiche rinnovabili.

L'edilizia scolastica

Parlando delle scuole, ai Comuni e alle Province verrà dato maggior margine operativo grazie alla possibilità di procedere ad affidamenti diretti dei lavori entro il 215.000 euro, somma aumentata rispetto al precedente tetto che si fermava a quota 139.000.

Niente fondi per le Prefetture

E’ stato invece cancellato lo stanziamento di 80 milioni di euro spalmato in 4 anni, da ora fino al 2026, e che era rivolto alle Prefetture, in particolare per supportare gli enti locali destinatari di fondi legati al Pnrr nell’acquisizione di assistenza specialistica attraverso società a prevalente partecipazione pubblica.

Vantaggi per i virtuosi e maggiori controlli sui tempi morti

Il Ministero, dopo 15 giorni di inadempimenti da parte delle istituzioni territoriali in relazione al varo dei provvedimenti legati ai progetti del Pnrr, potrà nominare un commissario in grado di procedere in autonomia snellendo l’iter.

Controllo diretto della Presidenza del Consiglio

La nuova struttura chiamata a supervisionare sull'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza lavorerà a Palazzo Chigi, sotto la diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio. Sarà composta da un coordinatore e da quattro direzioni generali. A questi uffici spetteranno le interazioni dirette coi tavoli europei, mentre un nuovo Ispettorato Generale per il Pnrr (che sarà invece alle dipendenze del Ministero dell’Economia e delle Finanze) dovrà vigilare sulla spesa.

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