Giovedì 18 Aprile 2024

Pnrr, ecco i controlli antifrode. Come avvengono le verifiche sulle imprese

Piano nazionale di ripresa e resilienza: i sistemi per evitare le infiltrazioni criminali o l’assegnazione a società che, di fatto, non ne hanno i requisiti

Il ministro Raffaele Fitto che tra le sue deleghe ha anche il Pnrr

Il ministro Raffaele Fitto che tra le sue deleghe ha anche il Pnrr

Roma, 21 marzo 2023 - Controllo e azioni preventive. Su questi due strumenti fa leva la verifica sulle imprese che partecipano agli appalti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per monitorare il corretto utilizzo dei fondi stanziati per le gare. E per intensificare, così, le strategie antifrode.

L’allarme, infatti, è che i fondi possano finire in circuiti di riciclaggio all’estero – che ne renderebbero ancora più difficile il recupero -, le infiltrazioni criminali o l’assegnazione a società che, di fatto, non ne hanno i requisiti. Anche per questo, se prevenire è meglio che curare, lo scopo dell’azione preventiva è quello di promuovere “un effetto deterrente, che si concretizzi nel riscontro diretto presso il soggetto realizzatore/attuatore, dell’attendibilità dei dati, documenti e informazioni fornite”. Il controllo viaggia così su due livelli: da una parte le prefetture, con il controllo in chiave antimafia sugli assetti societari, dall’altra la Guardia di finanza, con le verifiche sulle aziende. Nel dettaglio, il piano amministrativo affidato alle prefetture assume una funzione strategica. Tutte le imprese coinvolte saranno "mappate" all’interno della Banca dati nazionale unita dalla documentazione anti-mafia. Poi, una collaborazione interistituzionale con le amministrazioni centrali e territoriali interessate dagli interventi arricchirà il patrimonio informativo. Nel caso di società infiltrata, il prefetto può applicare l’articolo 32, comma 10 del Dl 90/2014 e commissariare l’azienda destinataria di interdittiva per concludere i lavori. Se invece l’impresa aggiudicataria è entrata “occasionalmente” in rapporti con la criminalità organizzata, non sarà automaticamente esclusa dalla commessa, ma sarà prescritto all'impresa aggiudicataria dell'appalto l'osservanza di alcune misure per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a dodici mesi.  Il secondo livello di verifica spetta poi alla Guardia di Finanza, che punta a un approccio mirato e selettivo. A giocare un ruolo fondamentale sarà la tecnologia: l’individuazione degli alert di anomalia saranno individuati analizzando i dati contenuti ed estrapolati nella Mappatura socio-economica criminale (Mise), ma anche in ulteriori applicativi a disposizione: Ares e Siris. Un altro rischio frode è rappresentato dalla costituzione dei crediti di imposta fittizi tra quelli finanziati dal Pnrr. Si tratta in particolare dei crediti d’imposta beni materiali 4.0, immateriali 4.0 e immateriali “ordinari”; crediti d’imposta Ricerca e Sviluppo, innovazione tecnologica e altre attività innovative; crediti d’imposta formazione 4.0. La Guardia di Finanza dovrà riscontrare se il contribuente abbia maturato questi crediti o li abbia utilizzati in fase di compensazione. Controlli, questi, che serviranno inoltre ad aumentare le verifiche sulla regolare attribuzione degli appalti. Di fondamentale importanza, per completare le verifiche, sarà l’analisi delle comunicazioni anti-riciclaggio, fatte da tutti i soggetti obbligati, compresi gli enti locali, tra gli attuatori del Piano. La Guardia di Finanza approfondirà le segnalazioni riguardo operazioni sospette con “codifica Pnrr”, cui sarà data priorità nell’ottica di avviare controlli e ispezioni.

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