Mercoledì 24 Aprile 2024

Plastica monouso, industriali contro le norme Ue

L’appello di Bonomi: "Intervenga il commissario Gentiloni, direttiva dannosa per la nostra manifattura"

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Confindustria sguaina la spada contro l’Unione europea. Il terreno di scontro? I piatti e gli imballaggi di carta monouso. Bruxelles, infatti, vuole metterli al bando quest’anno insieme alla plastica usa e getta, ma il governo e gli industriali si oppongono a questa direttiva, sostenendo che danneggerebbe tutto il comparto italiano ed europeo.

Al centro della contesa ci sono le linee guida che la Commissione europea deve emanare entro il 31 maggio per l’applicazione della direttiva 904 del 2019, la cosiddetta SUP (Single Use Plastic). È la norma che prevede la messa al bando dal 2021 delle plastiche monouso più inquinanti: piatti e posate, cannucce, cotton fioc, contenitori alimentari in polistirolo, agitatori di bevande, bastoncini per palloncini. La direttiva è stata recepita in Italia con la legge di delegazione europea 2019-2020, approvata in via definitiva il 20 aprile scorso. Perché entri in vigore tuttavia, la Commissione deve emanare le linee guida.

E qui nasce lo scontro. Nell’ultima bozza di linee guida, la Commissione ha ampliato il bando anche ai prodotti monouso in carta ricoperti da un velo di plastica (liningcoating), che nella direttiva non sono nominati e che contengono meno del 10% di plastica. Questo ampliamento colpisce, secondo Confindustria, l’industria cartaria italiana, forte nella produzione di piatti e bicchieri di carta e di imballaggi. Sono 50.000 nel nostro Paese i lavoratori attivi nel packaging cartaceo, mentre il settore della ristorazione veloce vale circa 335 miliardi di euro e dà da lavorare a 8 milioni di persone.

Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha sollevato il problema con il commissario all’Economia Paolo Gentiloni chiedendo di togliere il bando a piatti e bicchieri di carta. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha chiesto di modificare le linee guida: "Il testo, nella forma attuale, è fortemente pregiudizievole per l’interesse dell’industria italiana e non solo, anche di quella tedesca e dell’intera industria europea".

red. eco.

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