Martedì 23 Aprile 2024

Pimco cauta sull’Italia: "Portafoglio leggero per i titoli di Stato"

Migration

 

MILANO

DA QUALCHE MESE a questa parte a Newport Beach, in California, nella sede del colosso del risparmio gestito Pimco, c’è un ordine di scuderia che certo non deve rallegrare i nostri connazionali. «Underweight» che in inglese significa sottopesare nel portafoglio: è questa la posizione sui titoli di stato italiani di Pimco, che è la maggiore casa d’investimenti al mondo nel settore obbligazionario, le cui opinioni hanno certamente un peso non trascurabile nella comunità finanziaria internazionale. Questa posizione non lusinghiera per il nostro Paese è stata ribadita pochi giorni fa a Milano da Mark Kiesel (nella foto), che in Pimco ricopre la carica di chief investment officer, cioè di capo degli investimenti della società per il segmento del Credito Globale.

KIESEL è giunto in Italia per presentare il secular outlook di Pimco, cioè le previsioni della società sull’andamento dei mercati e dell’economia nel medio e lungo termine. Rispondendo alle domande della stampa, il gestore ha detto senza mezzi termini che, in un orizzonte temporale medio o lungo, il fardello del debito pubblico italiano è al momento per noi «insostenibile», poiché vale ben il 130% del pil mentre la crescita economica del nostro Paese è attualmente attorno allo zero, da anni ridotta al lumicino. Più o meno le stesse cose ha detto pure Alessandro Gandolfi che dirige le attività italiane di Pimco e che non ha fatto sconti alla madrepatria «Siamo gestori attivi e naturalmente possiamo modificare le nostre posizioni quando i mercati sono volatili e i prezzi di alcuni titoli sono convenienti». Tuttavia, anche Gandolfi ha ribadito che «la posizione di Pimco sull’Italia è di cautela e di sottopeso».

Per la casa d’investimenti statunitense, la prudenza è d’obbligo anche se si guarda al di fuori dei confini nazionali, cioè all’andamento dei mercati in generale. Non a caso, Pimco ha scelto per il suo secular outlook un titolo che fa riflettere: Dealing with ditruption», confrontarsi con le trasformazioni dirompenti che si intravedono all’orizzonte nel sistema economico e finanziario. Nello specifico, i cambiamenti di cui parla la nota casa d’affari statunitense sono legati a 5 fattori: il ruolo della Cina, l’ascesa del populismo in politica, i cambiamenti demografici nel pianeta, la trasformazione portata in dote dalla tecnologia e la vulnerabilità dei mercati finanziari. Queste trasformazioni dirompenti avverranno in uno scenario caratterizzato da tassi d’interesse bassi, che rimarranno tali ancora per un po’ di mesi vista l’assenza di una spinta dell’inflazione.

CON IL COSTO del denaro così ridotto e il populismo in ascesa, c’è una tendenza in molti paesi industrializzati all’attuazione di politiche economiche di deficit spending, basate sui disavanzi pubblici. In tale contesto, non sarà facile ottenere rendimenti consistenti sui mercati finanziari, dove le valutazioni di molti titoli sono già elevate, dopo un lungo ciclo di crescita decennale. Per questo, secondo Pimco, occorre essere prudenti, stando un po’ più leggeri sul settore azionario e tenendo un po’ più di liquidità e di bond nel portafoglio, posizionandosi però su titoli di qualità. Intanto, in Europa, le posizioni non cambiano: mentre il rating sui Buoni del Tesoro di altri paesi mediterranei come la Spagna è oggi neutrale, sull’Italia l’ordine di scuderia resta lo stesso dell’autunno scorso: underweight, sottopesare nel portafoglio.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro