Pil Italia oltre le attese. Perché il dato Istat di oggi è così importante

Nel terzo trimestre aumento dello 0,5%, +3,9% la variazione acquisita. Giorgetti: "Vediamo la situazione nel suo evolversi positivo". Visco: "Grande incertezza, serve prudenza"

Roma, 31 ottobre 2022 - Il D-day delle stime Istat sul Pil italiano nel terzo trimestre 2022 è infine giunto. Ebbene, il Prodotto interno lordo sarebbe aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti dello stesso periodo dell'anno scorso. Un dato che porta la variazione acquisita per il 2022 a +3,9%. Numeri positivi nei loro valori assoluti, ma ancora più rosei dal momento che superano le aspettative. La recente previsione (il 19 ottobre) dell'Upb, ufficio parlamentare di bilancio, stimava -0,2% per il periodo, mentre il consensus degli analisti rilevato da Bloomberg indicava una probabile crescita piatta.

Un operaio al lavoro (Ansa)
Un operaio al lavoro (Ansa)

Il +0,5% del terzo trimestre dà così ossigeno ai tecnici del Mef che stanno lavorando alacremente alla Nadef (Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) da presentare entro il 5 novembre. Un passaggio cruciale in vista della manovra 2023 che conterrà indicazioni importanti sulle misure da destinare al caro bollette e al fisco. Sui dati di oggi del Pil il governo ragionerà già nel Cdm odierno, valutando i margini di azione su, ad esempio, pensioni, flat tax e Superbonus.

"Vediamo la situazione nel suo evolvere positivo", dice il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti confermando l'impegno del Governo nel ridurre il deficit e il rapporto debito/Pil. "Una prima lente attraverso la quale guardare con ottimismo alle prospettive di crescita della nostra economia nel difficile contesto internazionale in cui ci troviamo è connessa all'attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR)", dice "Queste ingenti risorse, infatti, permetteranno di romuovere la transizione ecologica e digitale, rilanciare la crescita e migliorare l'inclusione sociale, territoriale, generazionale e di genere". 

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco commenta i dati Istat: l'aumento del Pil pur essendo "provvisorio" indica un "aumento sostenuto dal recupero del settore servizi, quello più colpito dalla pandemia".  Il dato, aggiunge, da un lato determina "un aumento meccanico nel rialzo delle stime e, dall'altro, spinge in ogni caso alla prudenza nell'indicazione di stime puntuali nel contesto di grande incertezza come l'attuale". 

Perché l'aggiornamento sul Pil sia così importante lo spiega con precisione Farizio Pagani, già capo della Segreteria Tecnica del Mef e attualmente Global Head of Economics Muzinich & Co Quello di oggi è un dato "estremamente buono, che va al di là di ogni previsione", dice, e "quanto alla politica economica, questo dato apre nuovi e ampi spazi di bilancio per il Governo, perché il deficit sarà ridotto rispetto alle previsioni e si potranno quindi utilizzare le risorse disponibili per aiutare famiglie e imprese colpite dalla crisi energetica".

Dati Istat nel dettaglio

Nel commentare i dati diffusi oggi, l'Istat spiega che "la fase espansiva del Pil prosegue pertanto per il settimo trimestre consecutivo, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell'anno". Il terzo trimestre del 2022 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2021.

La variazione congiunturale (ovvero rispetto al trimestre precedente) è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria, mentre i servizi hanno registrato un aumento.

Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. "Come sempre, si rimarca la natura provvisoria di questa stima, che riflette dal lato della produzione un calo dell'agricoltura e dell'industria e un aumento marcato dei servizi", spiega l'Istat. "Dal lato della domanda, si rileva un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta, a seguito di una crescita delle importazioni maggiore rispetto alle esportazioni".