Mercoledì 24 Aprile 2024

Pil Italia 2022, Confindustria: recessione nel primo semestre. I tre scenari

L'impatto della guerra sulla nostra economia: stime negative per il primo e secondo trimestre. E se il conflitto si protrae rischio azzeramento della crescita nel 2023 con l'aumento dei prezzi di gas e petrolio. Bonomi: "Numeri che spaventano"

Metanodotto (Ansa)

Metanodotto (Ansa)

Roma, 2 aprile 2022 - Secondo le stime di Confindustria l'Italia entrerà in recessione: il rapporto di previsione del Centro Studi di Confindustria dal titolo L'economia italiana alla prova del conflitto in Ucraina prevede un calo del Pil di -0,2% e di -0,5% nei primi due trimestri. Una "retrocessione tecnica" che non verrebbe pienamente ricompensata da una risalita nel 2023. Il prospetto per l'anno prossimo è infatti di un +1,6% dopo una previsione di crescita del 2022 tagliata al +1,9%. "Numeri che spaventano", commenta Carlo Bonomi, presidente degli industriali. 

Primo scenario 

La stima di Confindustria si affida a una previsione sulla durata della guerra, che è tuttavia una variabile non controllabile. In uno scenario in cui "la durata della guerra è una variabile cruciale", si legge nel rapporto, e ipotizzando che da luglio finisca o si riducano incertezza e tensioni, il Centro studi di Confindustria stima una crescita del Pil 2022 tagliata a +1,9% con un'ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)" rispetto alle stime dello scorso ottobre "quando tutti i previsori erano concordi su un +4%". Considerando il +2,3% di crescita acquisita per "'ottimo rimbalzo dell'anno scorso" l'Italia "entrerebbe così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate". Il ritorno a livelli pre-Covid "slitta dal secondo trimestre di quest'anno al primo del prossimo". 

Scenario avverso 

Gli economisti di Confindustria hanno delineato anche un altro scenario peggiorativo nel caso che il conflitto si protragga fino a fine anno. In questo caso la crescita dell'economia italiana si fermerebbe al +1,6% nel 2022 ed al +1% nel 2023. Un prolungamento del conflitto, infatti, "si rifletterebbe soprattutto sui prezzi dei beni energetici, in particolare gas e petrolio, e di alcune commodity agricole, ma anche sul corretto funzionamento delle catene globali del valore e del commercio internazionale, sulla fiducia degli operatori attraverso il canale dell'incertezza e sui mercati finanziari".

Per questa stima "il prezzo del petrolio è stato fissato a un livello medio annuo di 3,25 dollari superiore allo scenario base nel 2022 e di 5,25 dollari nel 2023, quello del gas a 4,25 euro al mwh in più nel 2022 e 0,02 nel 2023, lo stress finanziario è di 0,55 punti superiore nel 2022 e di 0,70 punti nel 2023".

Scenario severo 

C'è infine uno "scenario severo", che prevede la crescita limitata al +1,5% nel 2022 e un arretramento (-0,1%) nel 2023. È uno scenario che "nel 2022 differisce da quello avverso solo per un più forte shock finanziario, legato anche alla maggior incertezza, che è stata ipotizzata essere in media d'anno superiore del 12% (+151,8 rispetto allo scenario di base). Nel 2023, il prezzo del petrolio è stato fissato a un livello medio annuo di 24,5 dollari superiore allo scenario base, quello del gas a 33,50 euro al mwh in più, lo stress finanziario di 2,50 punti maggiore".

Bonomi: numeri che spaventano

"Anche nello scenario meno complicato i numeri che sono usciti dal rapporto" di previsione del Centro studi di Confindustria "spaventano, spaventano in maniera molto forte", sottolinea il leader degli industriali, Carlo Bonomi, commentando le stime di crescita degli economisti di via dell'Astronomia. "Danno concretezza - dice - ad un allarme crescente, e purtroppo inascoltato, che Confindustria ha iniziato a lanciare già prima della guerra, quando già si vedeva un rallentamento".