Giovedì 18 Aprile 2024

Pil in caduta. La ripresa? Nel 2021 e sarà piatta Spiragli di rimbalzo dall’industria, sos lavoro

Le previsioni per il terzo trimestre misurano l’impatto della pandemia. .

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di Elena Comelli

Bankitalia stima il Pil italiano in caduta del 9,2% quest’anno, ma altre istituzioni vedono molto più nero, come il Fondo Monetario che prevede un -12,8% e l’Ocse -11,3%. Il -8% scritto dal governo nel Def (nella foto a destra, il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli) di fine aprile, che sarà rivisto a settembre, appare ben lontano dalla triste realtà di un Paese fortemente colpito dal Coronavirus, con oltre 35mila morti e danni all’economia elevatissimi. Si vede però qualche spiraglio, che con ogni probabilità aprirà la strada a partire dal terzo trimestre 2020 all’atteso rimbalzo, rispetto al profondo rosso (-12,4%) del secondo trimestre e al - 5,4% del primo.

La produzione industriale a luglio è salita del 7,5% rispetto a giugno. Certo il recupero, come spiega l’Istat, è eccezionale perché fa seguito al crollo causato dalla pandemia e comunque su base annua è possibile prevedere che questo indicatore chiave per capire come va l’economia registrerà una contrazione del 13,7%, conseguenza inevitabile della paralisi delle attività produttive nei mesi del lockdown.

Pesa il crollo del turismo, che contribuisce per il 13% del Pil, e di un comparto trainante come l’automotive, oltre al crollo complessivo della domanda per consumi e investimenti. Il Centro Studi di Confindustria prevede che nel terzo trimestre sia atteso un rimbalzo di Pil e produzione. Secondo gli esperti di viale dell’Astronomia, "pur tenendo conto di oscillazioni nella dinamica della produzione industriale dei prossimi mesi (che saranno comunque meno forti di quelle osservate da marzo a luglio), c’è da attendersi un incremento della produzione compreso tra il 15% e il 20% rispetto al secondo trimestre". "Nonostante questo recupero – continua lo studio – nel complesso del 2020 la produzione industriale è in rotta verso una diminuzione di circa il 15% sul 2019".

L’Ocse ha ravvisato in luglio una rinnovata vivacità dell’attività economica. In particolare, il leading indicator Ocse relativo all’Italia ha registrato per il mese di luglio un lieve rialzo. Ma bisognerà attendere la fine dell’anno per avere la consapevolezza delle conseguenze reali della pandemia di Covid-19. Fondamentale sarà una rete di salvataggio per i lavoratori, come fa notare l’Ocse: "Se la pandemia sarà tenuta sotto controllo, l’occupazione in tutta l’Ocse dovrebbe diminuire del 4,1% nel 2020 e crescere solo dell’1,6% nel 2021", ammonivano gli economisti dell’istituzione di Parigi. Per l’Italia, nello specifico, la previsione vedeva un incremento del tasso di disoccupazione fino al 12,4% nel 2021 in caso di una recrudescenza dei contagi in autunno.

La prossima revisione delle stime di crescita da parte del governo è attesa per fine settembre, con la nota di aggiornamento del Def, ma pare ormai fuori portata la stima di aprile di un Pil 2020 a -8%. Già la previsione della Commissione Ue di un calo del Pil a -1011% sembra ottimistica rispetto alle stime del Fmi e dell’Ocse. Del resto anche la Banca d’Italia, nel suo ultimo bollettino economico, ha previsto che qualora si realizzi lo scenario di base – una pandemia sotto controllo – il Pil subirebbe una contrazione del 9,5% su base annua, che però salirebbe al 13% nello scenario meno favorevole.

Quanto al 2021, permane il rischio che la ripresa sia graduale, senza quell’impennata auspicata di una ripresa a “V”: violenta caduta del Pil seguita da una rapida risalita. Nel nostro caso si realizzerebbe piuttosto una ripresa a “U”, secondo le valutazioni più accreditate. "Temo che l’uscita dalla crisi con una ripresa a V non ci sia nemmeno nei nostri scenari" ha sostenuto il capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia Eugenio Gaiotti in audizione in Parlamento. "In nessuno scenario il livello del Pil torna a livelli precedenti, siamo già orientati a prevedere un andamento se non a L (ripresa piatta, ndr), forse a U". Le scelte di politica economica che verranno adottate in autunno, con la presentazione a Bruxelles del Piano per il rilancio, passo indispensabile per accedere al Recovery Fund, saranno decisive per il futuro del Paese.

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