Giovedì 25 Aprile 2024

Non solo Prada: il 2023 è l'anno delle quotazioni a Piazza Affari

Pronte e debuttare ci sono Feralpi e Plenitude, mentre Lottomatica potrebbe ritornare dopo l'uscita del 2020. C'è anche la suggestione Maserati: potrebbe valere fino a 10 miliardi di euro

Il palazzo della Borsa a Milano (Ansa)

Il palazzo della Borsa a Milano (Ansa)

Roma, 11 aprile 2023 – Nonostante la notevole incertezza che, tra inflazione e crisi bancarie, ha causato non pochi dolori agli investitori, il 2023 sembra essere l’anno della svolta per la Borsa italiana. Dopo un 2022 fiaccato dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica, l’anno in corso potrebbe riservare sorprese non solo in termini di performance, come del resto già dimostrato nel primo trimestre con Piazza Affari tra i migliori listini del Continente. Mentre il 2022 ha visto numerose Opa, le offerte di acquisto che mirano a rastrellare tutte le azioni di una società per farla uscire dalla Borsa, durante il 2023 torneranno protagoniste le Ipo, le offerte pubbliche iniziali.

La Borsa torna quindi a essere attraente per le società a caccia di capitali. Sono in arrivo numerose quotazioni di aziende attive nei più importanti settori dell’economia italiana. Ad aprire le danze dovrebbe essere Lottomatica, che in primavera dovrebbe fare il suo ritorno a Piazza Affari. Ma sono attese anche le Ipo degli yacht Ferretti e di Prada, vere regine del lusso quotate a Honk Kong. Per quanto riguarda l’industria, dovrebbe entrare in Borsa anche Feralpi Siderurgica, le acciaierie che fanno capo agli imprenditori bresciani Pasini.

C’è chi ipotizza pure lo scorporo di Maserati Stellantis, con una valutazione stimata in 10 miliardi di euro. L’operazione si inserirebbe in una riorganizzazione dell’assetto del gruppo ex Fiat che coinvolgerebbe anche Ferrari, sulla scorta del recente successo della quotazione di Porsche (75 miliardi) frutto di un analogo spin-off da Volkswagen. Certo, al momento lo scorporo di Maserati è solo una suggestione. Eppure, a caldeggiare l’ipotesi è stato lo stesso direttore finanziario di Stellantis, Richard Palmer, che ha detto che il gioiellino italiano “potrebbe essere una risorsa interessante che può stare sul mercato da sola”.

I giochi sono quasi fatti invece per Plenitude, la divisione dell’Eni che unisce alle attività di vendita e commercializzazione di gas ed energia elettrica per famiglie e imprese quelle legate alle rinnovabili del colosso energetico italiano. Doveva già quotarsi l’anno scorso, ma l’Ipo è stata congelata. A febbraio, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha detto che, prima di procedere, intende capire l’andamento del mercato nei primi quattro-cinque mesi di quest’anno.

Le incognite, tra rialzi dei tassi e tensioni a livello geopolitico, non mancano certo. Incertezza che, però, non sembra spaventare il fondo Apollo Global Management, socio di controllo di Lottomatica, pronto a scommettere sul ritorno dell’azienda a Piazza Affari, da cui era stata delistata nel 2020. Nel segmento del lusso, invece, il consiglio di amministrazione di Ferretti Group ha dato il via libera alla doppia quotazione Milano-Honk Kong. L’iter prevede però ancora l’approvazione dei soci e degli enti regolatori. Nel frattempo, il gruppo ha deciso di acquistare un sito di oltre 70mila metri quadri, comprensivo di un bacino di carenaggio, a San Vitale, in provincia di Ravenna. L’acquisizione ha comportato un investimento iniziale di circa 40 milioni di euro, a cui ne seguiranno altri 40 nel prossimo triennio per la realizzazione di nuovi spazi dedicati alla produzione e di un centro di ricerca e sviluppo.

Attesa poi un’operazione analoga da parte di Prada, che nel 2011 scelse di quotarsi a Honk Kong. Il debutto a Piazza Affari dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno o, al più tardi, nei primi mesi del 2024. Quest’anno, tra i nuovi arrivi in Borsa, si segnala EuroGroup Laminations, multinazionale che produce componenti per motori e generatori elettrici. Sempre in ambito industriale, si fa sempre più concreta la quotazione di Feralpi, il gruppo specializzato nella produzione di acciai per l’edilizia. Il dossier sarebbe già sul tavolo della divisione di Corporate e Investment Banking di Unicredit. Il gruppo, oltre che in Italia, è attivo anche in Germania, Francia, Ungheria, Spagna, Algeria e Repubblica Ceca. Feralpi realizza all’estero circa il 60% dei ricavi. Il possibile sbarco in Borsa dovrebbe avvenire entro sei mesi. L’anno scorso le nuove quotazioni sui listini milanesi erano state una trentina, delle quali 26 su Euronext Growth, rivolto alle piccole-medie imprese italiane con alto potenziale di crescita. Solo quattro Ipo avevano riguardato società di grandi dimensioni: Iveco, Civitanavi, Generalfinance e Industrie De Nora.

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