Più investimenti Draghi pensiona l’austerità

"Politica fiscale espansiva, il pericolo è fare poco". Decreto Sostegni 2: indennizzi e aiuti per 30 miliardi

Migration

di Claudia Marin

A via XX Settembre il cantiere per il Decreto Sostegni 2 è già aperto da qualche giorno. E, massimo entro il 20 aprile, il provvedimento sarà sulla rampa di lancio. A indicare i tempi del nuovo provvedimento è, del resto, lo stesso premier il quale, premettendo che "serve una politica fiscale espansiva per i prossimi mesi, perché, semmai, il pericolo è fare troppo poco", per l’immediato avvisa: "Si pensa che lo scostamento di bilancio debba essere alla data della presentazione del Def, a metà aprile".

E, per quanto non indichi cifre, la stima più gettonata è quella di una nuova iniezione di indennizzi e aiuti per circa 25-30 miliardi di euro: una boccata di ossigeno che, anche secondo le parole di qualche giorno fa del Ministro dell’Economia, Daniele Franco, non sarà l’ultima. Ma potrà e dovrà via via cambiare di contenuti principalmente per creare nuovi posti di lavoro perché – incalza Mario Draghi - "ci sarà un aumento della disoccupazione e non abbiamo visto ancora nulla di quello che potrà succedere".

Dunque, la strategia per la ripresa di Draghi si va delineando settimana dopo settimana, secondo un approccio più che pragmatico, legato alle condizioni della crisi sanitaria e della capacità di contenere l’epidemia attraverso le vaccinazioni. "Noi – spiega - abbiamo avuto un periodo di più di un anno in cui era necessario ed è ancora necessario sostenere gli individui, le famiglie, le imprese che hanno chiuso, hanno perso ogni attività. Man mano, speriamo - per questo la campagna di vaccinazioni è fondamentale - ci sposteremo sempre di più verso una iniezione, uno stimolo che andrà verso gli investimenti".

Farlo è decisivo per fronteggiare l’impennata della disoccupazione. Per costruire la ripresa post pandemia del sistema economico la composizione degli investimenti – insiste il premier – "è essenziale. E proprio per la disponibilità di mezzi che l’Unione europea ha e che i singoli Paesi hanno e che non durerà per sempre, è essenziale che vengano impiegati in modo che costruiscano il nostro futuro".

Insomma, il passo fondamentale per il futuro del post pandemia è utilizzare la leva degli investimenti, ma anche prima – puntualizza Draghi – "è fare una politica economica ben disegnata per i prossimi 6 mesi, è tenere una politica fiscale espansiva per i prossimi mesi in tutti i Paesi europei. Il punto è vedere se si riuscirà a fare abbastanza. Il pericolo è fare troppo poco".

Certo è che, sul piano degli strumenti di una politica fiscale europea, c’è ancora molta strada da fare. Un passo in avanti, per esempio, è quello che riguarda la tassazione delle multinazionali digitali: l’amministrazione Usa precedente aveva un approccio di totale chiusura, ora invece la nuova amministrazione "ha aperto ad accordi internazionali" in questo senso. Analogamente, però, ci vuole ancora molto per arrivare a un bilancio comune europeo, un vero e proprio bilancio federale dell’Ue, basato sull’emissione di Eurobond, per dare finalmente all’euro un ruolo e una forza internazionale paragonabili a quelli del dollaro.

Ma, nonostante l’opposizione, che resta da parte di alcuni Paesi, soprattutto la Germania e i Paesi frugali del Nord, occorre "un impegno politico per una prosecuzione dell’integrazione economica europea che veda in questo strumento un passo fondamentale".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro