Più incentivi alla ricerca e supporto alle imprese

Le richieste del settore Ict.

"La ripartenza sarà un fuoco di paglia fondato sul debito se l’aiuto emergenziale non lascerà spazio a una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore e ridare fiducia alle imprese". È il monito di Marco Gay (nella foto), presidente di Anitec-Assinform, associazione confindustriale delle aziende Ict che, presentando l’ultimo report di mercato, ha proposto alcune linee di intervento "per una rinnovata politica digitale".

Al primo punto, sul fronte della domanda, c’è la trasformazione digitale delle imprese: per favorirla Anitec-Assinform propone di rafforzare i fondi d’incentivazione e allungare "tempi di crediti di imposta, ammortamenti e scadenze di rimborso dei finanziamenti". Seguono le infrastrutture per banda ultra-larga a cui dare impulso "semplificando gli iter, lanciando i nuovi bandi per le aree grigie e attivando le incentivazioni d’utenza".

Attenzione alla Pa, con gare meno complesse, alla scuola, con infrastrutture e competenze specifiche di didattica a distanza, alla sanità con grandi database per la prevenzione e fascicolo sanitario elettronico in tutte le regioni. Per il settore Ict, l’associazione chiede di "dare stabilità nel tempo agli incentivi alla ricerca e sviluppo introdotti più di recente, continuità al rinnovato supporto alle start-up hi-tech, e intervenire sul sistema formativo con l’aggiornamento e la promozione dei percorsi di studio Ict in università e istituti tecnici".

"Il piano Transizione 4.0 e l’annunciato 4.0 Plus potranno accelerare il piano industriale legato alla domanda di innovazione delle imprese e anche il Fondo per le startup è una buona notizia – osserva Gay –. Mai come oggi però appare strategico dotarsi di una politica digitale all’altezza dei tempi e attuarla in fretta, come nel caso del decreto Semplificazioni che favorisce la Pa digitale. Per il cambio di passo c’è anche la questione culturale della formazione di un’effettiva cittadinanza digitale, altrimenti sarà una buona iniziativa che resta sulla carta".

da. mon.

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