Philip Morris apre a Taranto il customer care "La filiera italiana? Strategica e più integrata"

I piani del colosso del tabacco senza combustione

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di Giuseppe Catapano

Si chiama Disc, acronimo di Digital information service center. Ha sede a Taranto ed è il nuovo centro di assistenza aperto da Philip Morris e rivolto ai consumatori italiani dei prodotti senza combustione. È il compimento di un progetto partito diversi mesi fa e appena concretizzato: il Disc è stato inaugurato di recente durante l’incontro ‘Le filiere integrate per il rilancio del Paese’, organizzato dalla multinazionale in collaborazione con The European House - Ambrosetti, e sarà gestito da un’azienda leader nel ramo dei servizi digitali al consumatore. Impiegherà fino a 400 persone a regime nel 2021.

In cinque anni, l’investimento complessivo ammonterà a circa 100 milioni di euro. Dopo una iniziale fase di test svolta durante la prima ondata della crisi sanitari, il centro – già operativo – rappresenterà il punto di riferimento dell’azienda per tutte le attività di customer care per i consumatori italiani dei prodotti senza combustione e "sarà dotato – la precisazione – dei più avanzati e innovativi sistemi di customer relationship management, basati su una completa digitalizzazione dei processi e sull’uso delle migliori tecnologie cloud".

Dopo la costruzione del primo impianto industriale al mondo per i prodotti del tabacco senza combustione, a Bologna, con il Disc a Taranto si aggiunge un nuovo tassello. "L’Italia è stata ed è centrale nel percorso di trasformazione su scala globale intrapreso da Philip Morris International – le parole di Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia – con l’obiettivo di sostituire le sigarette con prodotti innovativi senza combustione. Dopo la realizzazione dello stabilimento a Bologna e gli accordi pluriennali per l’acquisto del tabacco italiano e lo sviluppo sostenibile della filiera tabacchicola, continuiamo a investire proprio per una piena integrazione della nostra filiera in Italia. Che è made in Italy e già oggi è fatta di circa 8mila imprese italiane di fornitura di beni e servizi, di cui mille attive nel settore agricolo, con cui lavoriamo ogni giorno".

Complessivamente, sono 30mila le persone coinvolte nella filiera di Philip Morris Italia. L’attività legata ai prodotti innovativi del tabacco da inalazione senza combustione ha reso possibile la stipula di accordi pluriennali, che generano investimenti nell’agricoltura italiana (stimabili in fino a un miliardo di euro dal 2015 al 2023), con il coinvolgimento di Philip Morris Italia, del Mipaaf e delle organizzazioni agricole. Tali accordi, rinnovati a ottobre 2019, prevedono il più alto investimento nel settore da parte di un’azienda privata (fino a 500 milioni in cinque anni), finalizzato all’acquisto di tabacco italiano e alla valorizzazione, innovazione e sostenibilità della filiera nazionale, la più importante d’Europa.

Un impegno che Philip Morris ha portato avanti insieme a quello per lo sviluppo del polo produttivo di Bologna, inaugurato nel 2016, con 1.600 persone occupate. La produzione dei tabacchi da inalazione senza combustione in Italia, esportati in 40 Paesi nel mondo, contribuisce all’export italiano per un valore di circa 600 milioni di euro all’anno e al Pil in termini di valore aggiunto generato per un valore di oltre 1,1 miliardi all’anno.

A questo scenario si aggiunge la novità Taranto. "Dobbiamo aprire una prospettiva per il nostro Paese e farlo tutti insieme anche con il contributo anche di iniziative come quello della Philip Morris Italia" l’analisi di Antonio Misiani, viceministro dell’Economia. L’apertura del nuovo centro di assistenza "rappresenta un ulteriore passo avanti nella trasformazione del nostro settore e conferma l’impegno – continua Hannappel – per sostenere l’occupazione nel nostro Paese". Allo stato attuale più di un milione di fumatori adulti italiani sono passati a Iqos – il dispositivo che scalda il tabacco, senza combustione – e hanno abbandonato le sigarette. Il percorso continua, con l’Italia al centro.

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