Martedì 16 Aprile 2024

Per Valleverde la ripartenza ha bisogno del passo giusto

Elvio Silvagni ha rilevato e rilanciato l’azienda di Coriano dopo il fallimento

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Da calzature eleganti a calzature comfort e sportive, da 4 milioni di fatturato a 17 dell’ultimo bilancio grazie a 1 milione di scarpe vendute. L’uomo che ha rivoluzionato Valleverde, uno dei marchi simbolo della manifattura italiana, è Elvio Silvagni, oggi a capo del gruppo che comprende, oltre a Valleverde, Rafting Goldstar, Biochic e Biomodex con un fatturato complessivo di 40 milioni di euro nel 2019. Silvagni, originario di Fusignano, rilevò il marchio dell’azienda di Coriano (la società non aveva più dipendenti) 5 anni fa dal curatore fallimentare, pagandolo 9 milioni di euro. Operazione che portò a termine con la moglie Margherita e il figlio Paolo.

"Valleverde godeva ancora di una buona fama presso il pubblico – dice oggi Silvagni – molto meno tra i clienti-negozi. Abbiamo cambiato radicalmente le collezioni. Meno scarpe eleganti da uomo e donna, quelle per intenderci che erano state pubblicizzate da testimonial come Raffaella Carrà, Kevin Costner, Pelè e i piloti Ferrari, e spazio a calzature sportive e da tempo libero".

Una mossa vincente. Attraverso un nuovo design moderno e contemporaneo, il brand si sta rivolgendo a un pubblico più ampio e giovane oltre a quello tradizionale. Valleverde ha, inoltre, allargato la propria offerta e ha inserito in collezione anche la linea di calzature bambini e quella di accessori e borse. Ha una distribuzione in circa 1.500 negozi in Italia e 500 store nel resto del mondo. La produzione è stata demandata a diverse aziende italiane, europee e alcune anche in Asia. A Coriano è rimasto l’outlet, appena riaperto al pubblico, mentre i dieci dipendenti che lavorano in Valleverde si dedicano alle collezioni, al controllo qualità, all’amministrazione e al commerciale.

"Dopo 5 anni abbiamo portato il marchio Valleverde a essere nuovamente un punto di riferimento del mercato. E non era così scontato. Dopo il coronavirus e il lockdown, non sappiamo come saranno i prossimi due anni" commenta amaro Silvagni. Il Covid-19 ha imposto un brusco stop e produrrà i suoi effetti ancora a lungo. "Quando siamo stati fermati – spiega – avevamo appena iniziato la consegna primaverile, perché la moda vive a stagioni. Adesso abbiamo tutte queste scarpe in magazzino, i clienti non vogliono ritirarle perché la stagione estiva in pratica è in gran parte saltata e poi c’è l’incognita di come andrà quella autunno-inverno. Ogni giorno è una trattativa continua. Inoltre, le scelte del governo non aiutano". L’imprenditore ha, infatti, ingaggiato un braccio di ferro perché il settore delle calzature abbia dal governo attenzione e soprattutto sostegni concreti. Silvagni ha scritto al Presidente del Consiglio e al Presidente della Repubblica, segnalando "tutte le falle dei provvedimenti finora emessi. Sono posizioni molto critiche verso le scelte del governo in materia economica, con rilievi precisi relativi alla vita di un’azienda di calzature come la mia".

"Ho una pessima opinione del Dl Rilancio. Ad esempio, per chiedere finanziamenti a sostegno dell’azienda un imprenditore dovrebbe provvedere a un aumento di capitale che sarebbe sottoscritto da lui stesso e dallo Stato che entrerebbe come socio nell’impresa. Ma se ho i soldi per sottoscrivere l’aumento di capitale, non vado certo a chiedere finanziamenti". Silvagni ha già scritto sei lettere a Conte e a Mattarella e ha comprato pagine intere sui principali quotidiani per pubblicare quello che è diventato il suo ‘manifesto’ imprenditoriale contro i vari provvedimenti adottati dal governo e quella che lui definisce "l’incapacità dei partiti politici di essere in grado di gestire l’attuale situazione". Ha poi promosso un sito internet e blog, Sveglia-Italia.it, dove raccoglie le opinioni "di tutti coloro che vogliono esprimere il proprio punto di vista dal mondo reale".

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