Per approfondire:
Gli italiani non vogliono fare la fine di Antonio, il mitico protagonista dello spot anni Novanta che veniva respinto da Luisa Ranieri per il troppo caldo. E così le ventole dell’aria condizionata sono già al massimo. Qualche mese fa Mario Draghi aveva provocatoriamente chiesto (attirandosi numerose critiche per la brutale semplificazione) se preferissimo i condizionatori o la pace. Andando a vedere i numeri, si scopre che da quando è scatta l’invasione dell’Ucraina i consumi di gas per uso privato (quindi termosifoni e condizionatori) sono aumentati rispetto al 2021. Secondo i calcoli effettuati da Matteo Villa, docente della Bocconi e ricercatore dell’Ispi, la crescita tra il 24 febbraio e il 20 maggio rispetto all’anno scorso è stato dello 0,9%. In questi mesi, però, va anche detto che l’Italia ha cercato di smarcarsi dalla dipendenza da gas russo. Le importazioni sono calate del 40% rispetto ai volumi medi registrati tra il 2015 e il 2020. Per compensare abbiamo aumentato le importazioni da altri Paesi (Algeria e Azerbaigian su tutti), ma la battaglia è ancora lunga. La minaccia della Russia di tagliare le forniture ha funzionato e la maggioranza dei colossi dell’energia europea ha aperto i due famosi conti presso Gazprombank per effettuare i pagamenti prima in euro e poi in rubli. Perché per ora rinunciare del tutto e improvvisamente al gas di Mosca provocherebbe danni difficili da assorbire per la nostra economia. La telefonata Ma il gas è un tesoretto anche per la Russia. Non a caso ieri, quando Mario Draghi ha telefonato a Vladimir Putin, lo zar ha ribadito che la Federazione intende garantire una fornitura ininterrotta di gas all’Italia. Soprattutto finché le nostre aziende continueranno a rispettare il meccanismo di pagamento messo in piedi dal Cremlino. L'inverno sta arrivando Nel frattempo, il nostro Paese sta cercando di stoccare più ...
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