Inps, nel 2018 il 20,4% in meno di pensioni

L'Istituto spiega: con l'aumento dell'età per accedere all'assegno sociale scattato nel 2018 (da 65 anni e sette mesi a 66 anni e sette mesi) sono diminuite drasticamente le liquidazioni

Tito Boeri, presidente dell'Inps (Ansa)

Tito Boeri, presidente dell'Inps (Ansa)

Roma, 17 gennaio 2019 - Le pensioni complessivamente liquidate con decorrenza nel 2018 sono state 483.309 con un calo del 20,4% rispetto alle 607.525 del 2017. Così si legge nel monitoraggio sui flussi di pensionamento dell'Inps. L'Istituto ricorda che nel 2018 si è innalzato il requisito di vecchiaia delle donne e quello per l'assegno sociale portandolo al livello degli uomini a 66 anni e sette mesi. Nel complesso le pensioni di vecchiaia sono state 125.293 con un calo del 29,4%, e un livello più basso delle anticipate (140.752).

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CROLLO LIQUIDAZIONI - Con l'aumento dell'età per accedere all'assegno sociale scattato nel 2018 (da 65 anni e sette mesi a 66 anni e sette mesi) sono crollate le liquidazioni di questi assegni. Nell'anno - riporta l'Inps - sono stati liquidati appena 16.621 assegni sociali con un crollo del 79% rispetto ai 79.257 del 2017. Nel 2019, infine, è scattato un nuovo aumento dell'età per accedere a questa prestazione assistenziale che prescinde dal versamento dei contributi a 67 anni. 

AUMENTA L'IMPORTO MEDIO - Con l'innalzamento dei requisiti per l'accesso alla vecchiaia delle donne e agli assegni sociali, l'importo medio delle pensioni decorrenti nell'anno è arrivato a 1.103 euro dai 989 del 2017. In particolare, è salito da 641 a 788 l'importo degli assegni di vecchiaia, da 1963 a 2.019 l'assegno medio per le anticipate, da 749 a 756 quello per le invalidità e da 650 a 675 quello ai superstiti. L'assegno più alto in media è quello per le pensioni anticipate ai dipendenti salito a 2.283 euro ma la crescita più consistente si è avuta per quelli di vecchiaia. L'aumento per la vecchiaia è legato soprattutto alla crescita degli anni medi di contributi. 

-64,7% PENSIONI ALLE DONNE DIPENDENTI - L'innalzamento dei requisiti di vecchiaia per le donne nel 2018 con l'adeguamento al livello degli uomini ha provocato un vero e proprio tonfo delle uscite collegate all'età mentre sono rimaste stabili quelle anticipate, legate ai contributi versati. Nell'anno - si legge nel Monitoraggio sui flussi di pensionamento dell'Inps - risultavano decorrenti appena 8.792 pensioni di vecchiaia di donne dipendenti con un calo del 64,7% rispetto all'anno precedente. Le pensioni anticipate sempre per le dipendenti sono state 26.573, in lieve calo rispetto a quelle dell'anno precedente (27.261). Nel complesso le pensioni liquidate ai lavoratori dipendenti (vecchiaia, anticipate, invalidità e superstiti) sono state 269.244 in calo del 14,4% sull'anno precedente. Ma se per gli uomini sono state 133.605 in calo del 9,8%, per le donne sono state 135.639, in calo del 18,59%. La parte più consistente per le donne resta quella delle pensioni ai superstiti con 89.424 trattamenti decorrenti nell'anno (-12,3%).