Giovedì 18 Aprile 2024

Pensioni, bocciato il ritorno a Opzione donna. Restano le regole attuali: quali sono

La Camera ha detto no alle mozioni presentate dalle opposizioni che chiedevano il ritorno ai meccanismi in vigore fino al 2022 per l’anticipo pensionistico femminile

No a “Opzione donna” come era fino al 2022 (cioè quando si poteva andare in pensione – le donne – con 59 anni di età e 35 di contributi). La Camera ha infatti bocciato le mozioni dell’opposizione che volevano un ritorno al “vecchio meccanismo” modificato dall’ultima legge di Bilancio.

Il voto della Camera

Sì “a specifiche iniziative per a contrastare il divario pensionistico di genere, attestato dai dati sull'andamento delle pensioni erogate dall'Inps”. Lo prevede la mozione di maggioranza su Opzione donna approvata alla Camera, approvata con 164 voti a favore e 106 contrari.  Bocciate tutte le mozioni dell'opposizione che puntavano tout court al ripristino di "Opzione donna”.

La mozione bocciata

La mozione per ripristinare i vecchi requisiti di Opzione donna (59 anni di età e 35 di contributi) era stata presentata dal Movimento 5 Stelle.

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Opzione donna 2023
Opzione donna 2023

Le modifiche del 2023

La Manovra per quest'anno ha introdotto delle modifiche: ha lasciato i contributi a 35 anni ma ha alzato l'età pensionabile a 60, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni (quindi a 59 anni con un figlio e 58 anni con due o più figli). L'uscita è possibile solo per tre categorie di lavoratrici: caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti da imprese in crisi. Solo in quest'ultimo caso, la riduzione a 58 anni è automatica. Le novità sono state pubblicate sul sito dell'Inps lunedì 6 febbraio.

Le reazioni

"A noi e alle tante lavoratrici rimane la rabbia, frutto del tradimento compiuto da Governo e maggioranza. Prima è stata creato una legittima aspettativa, con l'esplicito impegno a prorogare Opzione Donna nel programma elettorale di Fratelli d'Italia, e poi questa aspettativa è stata uccisa. Meloni & Co. si definiscono 'patriotì. È vero, lo sono: patrioti dell'incoerenza». Lo afferma la deputata del M5S Chiara Appendino. “Ancora oggi, su Opzione Donna il governo e la maggioranza che lo sostiene hanno mostrato il loro vero volto. La bocciatura della nostra mozione, con la quale avevamo chiesto di ripristinare la misura con i vecchi requisiti, non è che l'ultimo atto di una serie di prese in giro che vanno avanti da mesi sulle spalle di oltre 20mila donne. Donne che avevano maturato il diritto di andare in pensione e che ora non possono più, perché quello stesso esecutivo che ha paura di tassare gli extra profitti milionari delle banche, del settore energetico e farmaceutico ha deciso di usarle come un bancomat. In questi mesi abbiamo ben compreso che non basta essere presidente del Consiglio donna per fare politiche a favore delle donne: anzi qui vediamo il fenomeno opposto”, conclude.

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