Pensioni, l'Ocse: i giovani lavoreranno fino a 71 anni

Lo studio sottolinea che abbiamo la più alta età legale per andare in pensione ma una delle più basse età effettive. Critiche a Quota 100

Novità all'orizzonte per Inps

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Milano, 27 nov - Pensioni, l'Ocse fotografa il sistema italiano (e le sue storture) nel rapporto 'Pension at Glance'. L'Italia prevede un'età legale per accedere alla pensione tra le più alte al mondo, 67 anni - sottolinea lo studio - ma l'età effettiva è ben più bassa: 62. In più abbiamo la seconda spesa per le pensioni (16,2% del Pil) tra i Paesi industrializzati e il primato per i contributi previdenziali, l'Italia  inoltre è uno dei Paese più vecchi al mondo, destinato a diventare ancora più vecchio. 

In pensione a 71 anni

L'età in cui lasciamo - e lasceremo - il lavoro è il paradigma dello scontro tra generazioni. E il futuro è da incubo per i giovani d'oggi: l'Italia è uno dei 4 Paesi Ocse in cui chi entra oggi nel mondo del lavoro andrà in pensione tardissimo. Secondo l'Ocse per un giovane di 22 anni che ha iniziato a lavorare nel 2018, in base alla legge Fornero che prevede l'aggancio all'attesa di vita (ora congelato fino al 2026), il traguardo della pensione si sposta ancora più avanti, a 71 anni, che è l'età più elevata - in compagnia di Olanda ed Estonia - dopo quella della Danimarca che alzerà l'asticella della pensione a 74 anni.

Un'età molto più avanzata degli altri Paesi Ocse, dove in media si andrà in pensione a 66,1 anni. L'Ocse rileva inoltre che, anche per i nuovi arrivati nel mondo del lavoro, qualora restassero in vigore le norme attuali, sarà possibile chiedere di andare in pensione a 68 anni con 20 anni di contributi.  Inoltre l'Ocse evidenzia anche che il tasso di sostituzione, cioè la percentuale di stipendio medio accumulato nel corso della vita lavorativa che va a formare la pensione, nei Paesi Ocse è attualmente del 59%, mentre in Italia sale al 92% per chi va in pensione a 71 anni, e per chi chiederà la pensione a 68 anni con 20 anni di contributi scenderà al 79%.

Pensioni, critiche a quota 100

Per l'Ocse "l'aumento dell'età effettiva di pensionamento dovrebbe essere una priorità", vanno limitati "gli indebiti sussidi al pre-pensionamento e va opportunamente applicato il legame con l'attesa di vita". Una critica neppure troppo velata a 'Quota 100', che - come ha indicato anche nell'Economic Outlook la scorsa settimana - andrebbe abrogata. "La sfida per l'Italia è mantenere adeguati benefici per gli anziani limitando la pressione nel breve, medio e lungo termine", evidenzia ora il rapporto, che passa in rassegna i sistemi pensionistici dei 36 Paesi industrializzati e del G20. 

Insieme a Olanda, Repubblica Slovacca e Spagna, siamo tra i Paesi - criticati dall'Ocse - che negli ultimi due anni "hanno fatto marcia indietro" rispetto alle precedenti riforme. Cosa che potrebbe mettere a rischio la stabilità macroeconomica, ammonisce lo studio. Quota 100, rileva l'Ocse, si è aggiunta alle misure introdotte nel 2017, tra cui l'Ape social e finanziaria e opzione donna, che rendono possibile la pensione in anticipo.

Ocse, dove sono i baby-pensionati

I pensionati più 'giovani' al momento sono in Turchia (51 anni) e Arabia Saudita (47anni). L'età media effettiva di uscita dal mondo del lavoro in Italia risulta, però, di 62 anni, con una differenza marcata tra uomini (63,3 anni) e donne (61,5 anni), mentre la media Ocse è di 65,4 anni per gli uomini e di 63,7 anni per le donne.  In vari Paesi l'età di pensionamento effettivo è superiore a quella regolamentare. In Corea, ad esempio, si resta al lavoro in media fino a 72 anni abbondanti, 11 in più rispetto ai 61 anni che danno diritto alla pensione. Anche in Messico, Giappone e Cile l'età effettiva di pensionamento è oltre i 70 anni, in media 5 in più rispetto all'età legale e pure in Turchia, rispetto all'età regolamentare 'baby', si va in pensione di fatto a 66 anni.

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