Pensioni, Brambilla: "Minime a 780 euro? Spacchiamo il sistema"

L'esperto di previdenza vicino alla Lega contrario alla pensione di cittadinanza che, nei piani della viceministra penstastellata dell'Economia, dovrebbe partire a gennaio. E sulla quota 100 a 62 anni: "Può essere compensata da fondi di solidarietà ed esubero"

Alberto Brambilla (Ansa)

Alberto Brambilla (Ansa)

Roma, 16 settembre 2018 - "Pensioni minime a 780 euro? Spacchiamo il sistema". Ne è convinto Alberto Brambilla, esperto di previdenza vicino alla Lega, che oggi è intervenuto dal palco delle 'giornate del Lavoro' della Cgil. Brambilla si dice "totalmente contrario" all'intenzione di introdurre in manovra la 'pensione di cittadinanza' annunciata dalla pentastellata Laura Castelli, viceministro all'Economia.  "Se io fossi un artigiano, un commerciante, un imprenditore, non verserei più, tanto se poi devo prendere 780 euro.... spacchiamo il sistema". 

Il Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha spiegato che "si sta lavorando sul fronte fondi di solidarietà e esubero che potrebbero dare una mano a tutto il sistema". E' con queste risorse infatti che sarebbe finanziato l'aumento della platea pensionabile conseguenza del passaggio dalla quota 100 (64+36) alla quota 100 (62+38). Opzione quest'ultima messa sul tavolo recentemente da Matteo Salvini. Su questa possibilità il vicepremier e Brambilla si confrontano "almeno settimanalmente". 

Brambilla va in dettaglio: "Matteo Salvini ha ipotizzato che quota cento 64 con 36 fosse riduttivo ed ha rilanciato 62 con 38. Ovviamente la platea aumenta e conseguentemente è probabile quel completamento, che peraltro è nel programma della Lega ed era anche nel programma del Centrodestra cioè quello di far operare i fondi di solidarietà e fondi esubero, sul modello di quanto già accade con grande successo il settore del credito e delle assicurazioni, possa essere un complemento alla riforma in modo tale da consentire quella flessibilità che si voleva reintrodurre".

In questi termini va inquadrata l'indiscrezione secondo cui sul tavolo del Governo ci sarebbe la possibile soluzione di varare quota cento a 62 anni con un sostegno delle aziende. "Nel senso - precisa - che abbiamo una ape social in questo momento, ha determinate caratteristiche, più o meno queste caratteristiche coincidono con quelle dei fondi esubero e di solidarietà di banche, assicurazioni, Poste che ha ormai ha finito di operare ma più o meno era quello, e quindi diventa una necessità barra una soddisfazione di obiettivi sia da parte delle aziende sia da parte delle parti sociali in generale". 

image

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro