Mercoledì 24 Aprile 2024

Pensioni, Di Maio: "Quota 100 e 41 anni di contributi". E fissa soglia per assegni d'oro

Il ministro del Lavoro in audizione alla Camera: "Pensione di cittadinanza per chi ha un reddito sotto i 700 euro" Pensioni, aggiornamento: Salvini alza il tiro su quota 100. "64 anni? Sono troppi"

Luigi Di Maio (LaPresse)

Luigi Di Maio (LaPresse)

Roma, 10 settembre 2018 - Si cerca la quadra sulle pensioni, in attesa di capire le novità 'ufficiali' che saranno inserite nella manovra 2018. "Il superamento della Fornero è la nostra priorità - spiega oggi il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio -, con l'introduzione della quota 100, tenendo presente chi ha maturato una anzianità contributiva di 41 anni", ribadisce in audizione alle commissioni riunite Attività produttive, Lavoro e Affari sociali della Camera. Di Maio nella seconda parte della sua affermazione intende l'alternativa alla quota 100 per l'uscita dal lavoro, ovvero i 41 anni di contribuzione a prescindere dall'età anagrafica. Le ultime notizie sulle pensioni erano giunte questa mattina con le dichiarazioni di Alberto Brambilla, consulente del vicepremier Matteo Salvini e uno dei massimi esperti in Italia di politiche previdenziali. Brambilla aveva chiarito alcuni punti del piano del governo - per lo meno sul fronte leghista - spiegando che la famigerata quota 100 è allo studio "con almeno 64 anni di età e 36 di contributi e con flessibilità, e 'sconti' sugli anni di uscita dal lavoro per le categorie dei lavoratori precoci e delle donne con figli". 

Di Maio oggi è tornato anche sulle pensioni d'oro e sull'intezione del governo di tagliare gli assegni oltre una certa cifra. "Vogliamo eliminare le pensioni di privilegio - ha spiegato il vicepremier -, intervenendo su quelle  che superano i 4 mila euro netti a cui non corrispondono i relativi versamenti". Di Maio ha anche chiarito che la quota 100 non è l'unico tema sul tavolo dell'esecutivo. "E' necessario approvare una pensione di cittadinanza per chi riceve un reddito inferiore ai 700 euro", ha dichiarato. 

APE SOCIAL - Come spiegato stamani da Brambilla, nei piani ci sarebbe anche  la sostituzione dell'Ape social "per tutti i lavoratori",  con un Fondo esuberi, "sulla scia di quanto già sperimentato con successo ad esempio dalla categoria dei bancari". Nel settore del credito, infatti, dal 2000 esiste un Fondo esuberi di categoria, completamente finanziato da imprese e lavoratori (e dunque a costo zero per la collettività) che in questi anni ha accompagnato alla pensione quasi 62.000 lavoratori.  "Si tratta di una parte fondamentale della proposta perché - sottolineava Brambilla - le regole di accesso sarebbero le stesse dell'Ape social (lavoratori con problemi fisici, che hanno in carico familiari con handicap etc), ma anziché far decidere all'Inps sulla base di procedure burocratiche chi ha diritto all'anticipo e chi no, noi vogliamo spostare la facoltà di decidere a livello aziendale, tramite una concertazione tra azienda e sindacati".

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