Pensioni novembre 2022: a chi spetta la rivalutazione. Ecco gli aumenti fascia per fascia

Arriva l'anticipo della perequazione e scatta il bonus 'una tantum' da 150 euro per gli importi fino a 20mila euro

Roma, 31 ottobre 2022 – Scatta a novembre la seconda tappa della rivalutazione anticipata delle pensioni per sostenere i redditi dei pensionati contro il caro-energia. E sempre nel mese che comincia arriveranno i 150 euro di una tantum per i titolari di assegni previdenziali fino a 20 mila euro. Vale la pena, dunque, fare il punto sull’intera operazione di adeguamento dei trattamenti al costo della vita, secondo un vademecum messo a punto dall’Inps. 

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La revisione degli importi pensionistici
La revisione degli importi pensionistici

Sommario

Che cosa è la perequazione 

E’ la rivalutazione annuale degli importi pensionistici per adeguarli all’aumento del costo della vita e proteggere il loro potere d’acquisto. Questa revisione è detta perequazione ed ha l'obiettivo di proteggere il potere d'acquisto delle pensioni rispetto all'aumento del tasso di inflazione. La perequazione viene applicata a tutte le tipologie di trattamento pensionistico erogate dalla previdenza pubblica. 

Ogni anno, entro il 20 novembre, il Ministero dell’Economia con il Ministero del lavoro adotta il decreto che fissa l’adeguamento definitivo per l’anno precedente, da applicare dal 1° gennaio dell’anno in corso, e l’adeguamento provvisorio per l’anno in corso con effetto dal 1° gennaio dell’anno successivo.

Solitamente la perequazione viene applicata nel mese di gennaio di ogni anno, sulla base degli incrementi dell'indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall'Istat. Ad esempio, per l'anno in corso la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni è stata attribuita in via provvisoria nella misura dell'1,7% dal 1° gennaio 2022.

La rivalutazione delle pensioni non può superare un certo limite, per evitare di rappresentare un costo eccessivo per lo Stato e per tale motivo, oltre una certa soglia, è applicata in maniera parziale.

Il nostro sistema, pertanto, per far fronte all’inflazione, prevede già a gennaio di ogni anno un adeguamento delle pensioni. Tuttavia, data la criticità della fase storica, prima ancora di arrivare all’inizio del nuovo anno, circa 16 milioni di italiani titolari di prestazioni pensionistiche beneficeranno dei provvedimenti introdotti con i decreti Aiuti Bis e Ter. 

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L’anticipo della perequazione a ottobre e novembre 

Il Decreto Aiuti bis prevede: 

1. una rivalutazione dello 0,2% a recupero dell’inflazione del 2021 (perequazione definitiva 2022), rivolta a tutti i pensionati, pari alla differenza fra l’1,7% di inflazione stimata e l’1,9% di inflazione effettiva nel 2021: l’aumento che ne deriva può variare secondo l’importo della pensione. Tale quota è anticipata a novembre invece di essere corrisposta, come di consueto, a gennaio 2023;

2. un incremento del 2% dell’importo delle pensioni in pagamento ad ottobre, novembre e dicembre (compresa la tredicesima). Questa misura interessa chi riceve un trattamento pensionistico mensile non superiore a 2.692 euro lordi (circa 35 mila euro l’anno). 

Gli aumenti per fasce di importo sono:

• da 0 euro a 2.097,40 euro, incremento massimo di 41,95 euro;

• da 2097,41 euro a 2.621,75 euro, incremento di ulteriori 9,44 euro;

• da 2621,76 euro a 2.692,00 euro, incremento di ulteriori 1,05 euro;

• da 2692,01 euro a 2744,44 euro (clausola di salvaguardia) fino a un massimo di 52,44 euro cumulati. 

Gli aumenti previsti saranno compresi tra 10 e 52,44 euro al mese.

Ad essere interessati dall’incremento del 2% delle pensioni sono circa 11,5 milioni di cittadini.

L’una tantum di 150 euro 

Con il “Decreto Aiuti ter” è stata prevista una indennità una tantum di 150 euro a favore dei pensionati residenti in Italia con un reddito non superiore a 20 mila euro.

L’indennità è corrisposta d’ufficio ai pensionati con la mensilità di novembre.

I pagamenti: quando arrivano 

L’attribuzione della perequazione definitiva per l’anno 2022 (pari allo 0,2%) viene, dunque, anticipato a novembre; l’incremento del 2% partirà invece dal mese di ottobre.

Da gennaio 2023 scatterà poi la rivalutazione per tutti gli aventi diritto in base ai dati sull’inflazione del 2022, che si prevede in forte crescita. 

Per entrambe le misure non sarà necessario fare una domanda; il conguaglio sarà applicato in automatico all’importo percepito e sarà segnalato sul cedolino della pensione. 

L’incremento del 2% sulla rata della tredicesima mensilità è corrisposto in proporzione ai ratei di tredicesima spettanti. 

Dunque, con la rata di ottobre, l’Inps ha già applicato l’aumento del 2% per i titolari di trattamenti pensionistici e prestazioni assistenziali con un importo mensile totale non superiore a 2.692 euro lordi. Il pagamento proseguirà sui ratei di pensione di novembre, dicembre e sull’eventuale tredicesima mensilità.

Con la rata di dicembre sarà applicato, anche a coloro che non l’hanno ricevuto a novembre, il conguaglio per la perequazione definitiva per l’anno 2021 (il coefficiente 2021 si applica sulle pensioni in pagamento del 2022).

Con la rata di novembre, infine, è stata posta in pagamento l’indennità una tantum di 150 euro prevista dal Decreto aiuti ter per i titolari di pensione, di trattamenti di natura assistenziale o di accompagnamento alla pensione con decorrenza entro il 1° ottobre 2022 e con un reddito assoggettabile ad Irpef per l’anno 2021 non superiore a 20 mila euro.